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[View Conference] Intervista al leggendario John Nelson, vinse un Oscar per Il Gladiatore

Nella nuova nostra giornata passata alla View Conference siamo riusciti ad incontrare il leggendario John Nelson, figura storica del cinema digitale e pioniere degli effetti speciali.

Nel suo carnet, Nelson può vantare lavori straordinari per film leggendari, pensiamo a Terminator 2, Iron Man, Matrix Reloaded, World War Z, di recente poi si è fatto apprezzare per lo stupefacente lavoro svolto per Blade Runner 2049. In carriera è stato candidato per ben 3 premi Oscar, Io Robot, Iron Man e Il Gladiatore, vincendo un premio per quest’ultimo.

Il gladiatore, capolavoro di Ridley Scott del 2000, ha molti pregi, tra cui quello di aver avuto il primo attore digitale, va infatti ricordato che Oliver Reed morì durante le riprese e non potè concludere il suo lavoro. A tal proposito possiamo definire John Nelson il papà della recitazione post-mortem, tecnica digitale sviluppata per anni fino ad arrivare al lavoro straordinario svolto per Blade Runner 2049.

L’intervista a John Nelson è avvenuta all’interno di una classica tavola rotonda, questa di seguito la risposta data a noi di Universal Movies.


UM: “Iniziamo da un tema ricorrente nelle interviste e negli interventi ascoltati qui al View Conference, l’etica nel riproporre un attore defunto in digitale. Qual’è il tuo punto di vista?”

JN: “Ho fatto questo tipo di lavoro ancora prima di quello fatto per Il gladiatore, dove Oliver Reed morì, ma in quel caso l’attore era ancora vivo. Ricreare una persona umana digitalmente è molto difficile, lavorare sul viso umano è incredibile e ci deve essere una ragione valida per ricreare una persona perchè è incredibilmente impegnativo. Gli occhi devono essere corretti, la texture del viso perfetta, la motivazione di fondo deve essere valida, ci deve essere un’ottima ragione per un lavoro del genere. In Blade Runner 2049, per esempio, abbiamo dovuto ricreare Elvis e anche Frank Sinatra e in entrambi i casi abbiamo dovuto contattare le famiglie che detengono i diritti di sfruttamento dell’immagine. Devi impegnarti al massimo, creare un contratto di fiducia col personaggio e provarci, cercando di rimanere artisticamente vicino alla performance della persona, Per Sinatra, ho sentito i familiari ancora oggi e sono soddisfatti del lavoro fatto.”

Inoltre, agli altri giornalisti, John Nelson ha raccontato che ha avvertito molta pressione nel lavorare su Blade Runner 2049, sia artisticamente che tecnicamente, perchè è un film che è amato da tantissime persone, sentendo una pressione immensa ma anche un grande onore, perchè si deve cercare di fare un film diverso ma che richiami l’originale. Nelson è contento che al timone ci fosse un regista brillante, lui ha cercato di onorare il primo film senza replicarlo.

Riguardo la fotografia di Roger Deakins, Nelson ha affermato che per lui è stata di ispirazione, hanno lavorato insieme con Villeneuve già in fase di storyboard, cercando di riempire le dimensioni dello schermo. Per esempio, ci sono state molte discussione con Roger per la scena in cui il protagonista vola sopra un oceano di immondizia. Ama molto il lavoro fatto da Deakins con i colori primari, facendoci notare che ogni singola parte del film è con il cielo nuvoloso o coperto, e nelle riprese in CG sono rimasti fedeli a questo aspetto peculiare.


Grazie a John Nelson e gli auguriamo di tornare sul palco dei premi Oscar per Blade Runner 2049.

Ecco la consegna dell’Oscar a John Nelson.


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