[View Conference 2017] Intervista a Scott Stokdyk, premio Oscar per Spider-Man 2

Oggi vi raccontiamo di un grande artista, Scott Stokdyk. La difficile pronuncia del nome potrà non dirvi molto, ma il suo lavoro come supervisore per gli effetti speciali è stato incredibile, culminato con la consegna di un meritato premio Oscar per gli effetti speciali per il bellissimo Spider-Man 2 di Sam Raimi nel 2005.

La sua carriera conta tra l’altro altre due candidature per il primo Spider-Man e per L’uomo Senza Ombra di Paul Verhoeven. Tra i suoi eccellenti lavori, anche quelli per Il Grande e Potente Oz e, soprattutto, per Valerian e la Città dei Mille Pianeti, che ha portato qui a Torino alla View Conference e di cui ha mostrato un bellissimo dietro le quinte.

Scott ha concesso un’intervista esclusiva a Universal Movies e qui potete leggere le sue parole.


Ciao Scott e grazie per il tuo tempo. Tu sei nato artisticamente con il corto T2 3-D: battle across time, vero e proprio sequel di Terminator mostrato solo negli Universal Studios. Cosa ci racconti di quell’esperienza?

Ho lavorato a Terminator 2 3-D per gli Universal Studios, ero uno degli artisti del progetto e mi sono occupato della parte in cui ci sono delle esplosioni che colpiscono l’audience. Mi occupavo degli FX di animazione ed è stato meraviglioso per me perchè amo il franchise di Terminator ed è stato divertente perchè ho potuto lavorare in stereo, su tre grandi schermi, con incredibili sfide tecniche come, appunto, creare questi detriti che colpiscono il pubblico, distribuirli su tre schermi, creare una valida animazione tecnica. L’ho amato molto!

Che tu sappia, il corto è ancora visibile negli Studios?

Non ne sono sicuro, è da parecchio che non ci vado…

Un altro tuo grande lavoro è stato Spider-man 2, che io amo particolarmente, e con cui hai vinto un Oscar. Ci racconti qualcosa su quel film?

Sono assolutamente contento di aver fatto parte del team della prima trilogia di Spider-man, soprattutto di lavorare con Sam Raimi con cui ho collaborato per 4 film e mezzo e che spero di ritornare a lavorarci un giorno. E’ interessante lavorare ad un progetto di cui tu sei un grande fan e di cui apprezzi il processo creativo.

Un altro film che mi ha molto colpito per gli effetti speciali, nella tua filmografia, è stato Liberaci dal male, ci racconti qualcosa sulla produzione?

Ho lavorato solo a una piccola parte del film ed è divertente perchè non ho mai lavorato in un film del genere horror, così impressionante. La parte a cui ho collaborato, non ne vado fiero, è quella in cui una madre lancia suo figlio nella gabbia di uno zoo ed è stata una grande sfida creare una cosa così spaventosa, che non vorrei mai vedere nella vita vera, ma che dovesse essere fisicamente accurata. E’ stata un’esperienza veramente bizzarra ed è una cosa a cui abbiamo lavorato a lungo.

Ci sono stati tre grossi temi che abbiamo affrontato con gli artisti prima di te: l’esperienza VR, Carne y arena di Inarritu e l’etica applicata agli effetti speciali, qual’è la tua posizione su questi argomenti?

Io sono un grande fan della realtà virtuale nella teoria e penso che siamo in una fase molto acerba del processo per sapere dove tutto questo porterà, so che sarà il futuro, non so quanto velocemente arriverà questo futuro e penso che cambierà radicalmente il nostro modo di vedere, come il telefono ha cambiato il modo di comunicare. Quindi penso che sarà un processo lento, più lento di quanto credessi. Non ho visto Carne y arena, ma lo proverò al più presto. Ho sentimenti contrastanti sull’etica nel riportare in vita digitalmente attori morti, penso che un attore sia un artista e, come artista, debba mantenere il controllo sulla sua arte. Storicamente gli artisti hanno già il controllo della propria arte, con le leggi e gli avvocati. Penso che sia ancora una grande zona grigia e devo ammettere che non mi sento al 100% a mio agio con questo argomento, non voglio giudicare chi lo fa. Tecnicamente mi interessa molto, è una bella sfida, una cosa bellissima, ma non so se lo farei oggi.

Se ci dovessimo incontrare tra 10 anni qui alla View Conference, di cosa parleremmo? Quale sarà la prossima sfida negli effetti speciali?

Penso che tra 10 anni parleremmo su come creare qualcosa che non è stato mai fatto prima di allora. Storicamente negli effetti speciali, dopo un tot di anni, compare una sfida che deve essere affrontata, qualcosa che non hai mai considerato prima di allora, magari un nuovo medium, e penso che la nostra conversazione toccherà argomenti oggi inaspettati.

I tuoi prossimi progetti?

Purtroppo non ne posso parlare, sono cose che non sono ancora state annunciate.


Grazie a Scott Stokdyk per la sua grande disponibilità e in bocca al lupo per i suoi prossimi misteriosi progetti.

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