Il cinema non dimentica le vittime della mafia: alcuni film da vedere

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Il 23 maggio 1992 moriva il magistrato antimafia Giovanni Falcone, vittima di un attentato sull’autostrada A29 ad altezza dello svincolo per Capaci, quel giorno persero la vita con lui sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. Soli due mesi dopo (il 19 luglio) un ordigno esplosivo uccise Paolo Borsellino.

Nel corso degli anni Falcone e Borsellino sono diventati IL simbolo dell’antimafia, protagonisti e vittime di pagine indimenticabili della nostra storia, furono EROI sacrificati nella ricerca ideale di giustizia.

Il cinema ha la grande capacità di saper parlare a tutti, le immagini sul grande schermo risvegliano le coscienze aprendo gli occhi e dando la possibilità di conoscere quelle persone che hanno lottato per una vita libera che gli é stata brutalmente strappata.

«Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!»

Peppino Impastato/Luigi Lo Cascio ne “I Cento Passi”

Di seguito vi segnaliamo alcuni tra i film che meglio hanno saputo descrivere quel cancro da combattere che affligge(va) la Sicilia e l’Italia stessa.

Era d’estate, di Fiorella Infascelli (2015) con Massimo Popolizio e Giuseppe Fiorello
Estate 1985, Isola dell’Asinara. Le famiglie Falcone e Borsellino vengono trasferite sull’isola-prigione, Cosa Nostra li vuole morti.

I cento passi, di Marco Tullio Giordana (2000) con Luigi Lo Cascio
100 passi é la distanza a Cinisi tra la casa della famiglia Impastato e quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Dedicato alla vita di Peppino Impastato che cercò di contrattaccare la mafia che percorreva le sue stesse strade e aveva seminato persino la sua famiglia.

La mafia uccide solo d’estate, di Pif (2013) con Pif, Cristiana Capotondi, Ninni Bruschetta
Attraverso i ricordi d’infanzia del protagonista Arturo vengono ricostruiti gli episodi criminali di Cosa Nostra a Palermo dagli anni 70 fino ai 90. Una commedia drammatica dai toni paradossali, dove lo stile di Pif aiuta a ironizzare e a riflettere.

Sicilian Ghost Story, di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza
Una favola dark che ripercorre la scomparsa del giovane Giuseppe Di Matteo che venne sequestrato per 779 giorni e sciolto nell’acido dai collaborato del boss Giovanni Brusca per zittire il padre Santino che stava collaborando con la polizia. [la nostra recensione]

Il giorno della civetta, di Damiano Damiani (1968) con Franco Nero e Claudia Cardinale
Adattamento del romanzo omonimo di Leonardo Sciascia. Una denuncia al clima violento ed intimidatorio creato dalla mafia in Sicilia, al silenzio dei siciliani che col silenzio hanno favorito il potere della mafia e alla classe politica complice di atti criminali. Il capitano Bellodi diventa il simbolo di tutti quegli uomini che hanno combattuto la mafia, perdendo la propria vita.

Cento giorni a Palermo, di Giuseppe Ferrara (1984) con Lino Ventura e Giuliana De Sio
1979-1980: la situazione a Palermo é quanto più drammatica, incontrollati attentati mafiosi mietono le loro vittime (Boris Giuliano, Cesare Terranova, Piersanti Mattarella, Gaetano Costa,Pio la Torre e Rosario Di Salvo), lo Stato manda a Palermo un nuovo Prefetto, il generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa.

La pellicola ripercorre i 100 giorni del Generale nel città di Palermo fino all’agguato mafioso di cui fu vittima.

«Parlate di mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene

Paolo Borsellino


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