Sei Ancora Qui, la recensione del film di Scott Speer

IO SONO ANCORA QUI

Sei Ancora Qui – I Still See You è il nuovo thriller-fantasy diretto da Scott Speer e realizzato con la partecipazione della giovanissima Bella Thorne. Questa è la nostra recensione.

Il Film

Il film si ispira al romanzo Break My Heart 1000 Times di Daniel Waters. Veronica “Ronny” Calder è una giovane adolescente che vive in una piccola città colpita da una catastrofe nucleare in cui i sopravvissuti devono convivere con i “redivivi”, presenze evanescenti che hanno perso la vita durante la tragedia ma che sono ancora presenti nel mondo terrestre. In prossimità del suo diciottesimo compleanno, l’introversa e timida Veronica scoprirà un terribile segreto, che metterà in pericolo la sua vita.

La Recensione

La sceneggiatura risulta ben strutturata, segue un andamento lineare e semplice, senza parentesi e deviazioni. Tuttavia, il giovane regista Scott Speer elabora l’idea di base in maniera fin troppo scontata, finendo per realizzare un film completamente privo di attrattiva. Sarà colpa della giovane età e quindi della poca esperienza… chissà.

Veronica Calder, protagonista indiscussa di tutto il film e punto focale da cui parte e finisce la storia, è interpretata dalla giovane ventenne Bella Thorne, altra aspirante attrice uscita dalla maison Disney che, nell’affrontare un nuovo genere cinematografico a lei sconosciuto, mette ben in evidenza la sua maturazione, non solo professionale.

Nel cast troviamo anche Dermot Mulroney, nei panni del maturo e affascinante professore August Bittner. Nonostante un carisma riconosciuto dalla critica, Mulroney cerca di dare valore aggiunto al cast, ma con scarso successo. La seconda “comparsa” – Kirk Lane – è interpretata da Richard Harmon. Il suo “Ghost-Boy“, appellativo attribuitogli a causa sguardo perso e dalla scia di tristezza che lascia dietro di sé, non dispiace.

A parer nostro il cast non riesce a coinvolgere e a comunicare nessuna emozione, ma non per demeriti personali, la causa fa difatti ricercata in una sceneggiatura scontata ed in una regia priva di pathos. I paesaggi innevati e l’ambientazione in cui si volge il racconto riescono, attraverso una discreta fotografia, non aumentano la qualità della pellicola.

A nostro modesto parere, Scott Speer realizza un prodotto cinematografico che non aspira all’Olimpo dei grandi film, ma che vola basso, ascrivibile al genere commerciale e adatto per un pubblico molto giovane, come la sua protagonista.


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