Barbie: recensione del film più amato del 2023

Barbie recensione del film da Oscar

Vi presentiamo la recensione di Barbie, film di Greta Gerwig con Margot Robbie nei panni della bambola che ha dominato l’infanzia di molte bambine nel mondo.

Manca poco alla cerimonia degli Oscar e Barbie, sin dalla sua uscita ha dominato i Box Office risultando il maggior successo di Warner Bros negli USA, e attualmente sta conquistando prestigiosi riconoscimenti, l’ultimo il People’s Choice Awards.

Barbie: trama

Vivere a Barbie Land significa essere perfetti in un luogo perfetto. A meno che tu non stia attraversando una crisi esistenziale. Oppure tu sia Ken.

Barbie, il film entra nella storia della Warner Bros recensione

Da quando è apparsa la prima Barbie (una bambola in costume da bagno con occhi da sole bianchi e tacchi ai piedi) ha cambiato il modo di giocare di tutte le bambine del mondo che, attraverso questa fashion doll hanno potuto sognare di diventare donne in carriera ma anche babysitter e principesse.

I primi minuti del film, una chiara citazione di Kubrick, è un’esplicita autodichiarazione di non prendere la narrazione a seguire come una storia stupidotta e cerca il contatto diretto con il suo pubblico.

Barbie è ogni giorno bellissima, si sveglia nella sua casa dei sogni e ripete ciclicamente le stesse azioni sempre con la stessa purezza e serenità. Vive a Barbie-Land insieme alla altre barbie in carriera, mentre osservano le gesta goliardiche dei Ken che vivono solo per essere visti da loro. Ma, un giorno qualcosa cambia. Nella sua mente iniziano a far capolinea pensieri di morte, e fin qui nulla di grave se non che, il suo risveglio diventa traumatico tra alito pesante, waffle bruciati e… piedi piatti!

Non può esistere Barbie-Land con una Barbie difettata, così la giovane protagonista viaggia nel mondo reale alla ricerca di della bambina che gioca con lei. Essere protagonista di insistenti sguardi e commenti non richiesti, provoca in Barbie una sensazione nuova mai provata a Barbie-Land: l’imbarazzo e la vergogna.

La realtà è ben diversa da come lei se la immaginasse. La giovane bambola scopre che le donne non in capo a ruoli di potere, al loro posto ci sono gli uomini. Barbie e, sopratutto Ken, scoprono il patriarcato.

Barbie scopre di non essere così amata e stimata come credeva, per la generazione Z è sinonimo di capitalismo sessualizzato, modello di una bellezza irraggiungibile e altamente dannoso per l’autostima delle bambine, una figura fascista. Ma chi davvero ha reso questa bambola un simbolo? Gli uomini di Mattel che per evitare ripercussioni e perdite finanziarie cercano di rinfilare Barbie nella sua scatola.

Il film prosegue il percorso narrativo intrapreso da Greta Gerwig con i suoi lavori. La regista ha sempre messo al centro delle sue storie delle figure femminili apparentemente deboli ma determinate nella ricerca della propria autodeterminazione.

É questo uno dei principali messaggi che ci consegna con Barbie. Sceglie la chiave satirica in alcune scene e una narrazione didascalica come se tutto il film fosse un manuale per l’accettazione di se.

Il film potrebbe essere considerato un manifesto femminista, infatti la bambola fu creata con l’intento di liberare le bambine da quei bambolotti che le volevano far interpretare unicamente il ruolo di madri, regalandole così modelli di donne che potevano diventare quello che volevano. Un messaggio viene veicolato anche per i Ken, che possono dimostrare di essere una figura a se stante dall’essere l’accessorio delle Barbie.

Greta Gerwig pone un interrogativo importante al suo pubblico, chiedendogli di rivedere la distribuzione sessista dei ruoli di potere. Chiunque a prescindere dal genere, dall’aspetto e dalle abilità ha il diritto di scoprire cosa fare della propria vita lontano dagli stereotipi che la società ci ha imposto fin ora.

Barbie racconta il nostro mondo e chi siamo noi dentro la società e lo esplicita nel monologo di Gloria (America Ferrara) che, apparentemente potrebbe apparire come un susseguirsi di banalità (Devi essere magra, ma non troppo. Devi avere soldi, ma non puoi chiedere soldi perché è volgare. Devi essere un capo, ma non puoi essere cattiva. Devi comandare, ma non puoi schiacciare le idee degli altri. Devi amare l’essere madre, ma non parlare dei tuoi figli per tutto il dannatissimo tempo. Devi essere una donna in carriera, ma anche preoccuparti sempre degli altri) ma mira a bucare l’obiettivo e a mostrare le contraddizioni con cui deve convivere una donna nella società attuale.

Margot Robbie è una bambola stereotipo eccezionale, sia perché data la sua bellezza ben rappresenta lo stereotipo della bellissima bambola Mattel, ma perchè nel corso del film riesce a farsi carico di tutte quelle intime emozioni che combattono nell’animo del suo personaggio. E Ryan Gosling è un Ken buffo, eccentrico, talvolta sopra le righe a cui auguriamo di vincere l’Oscar almeno per la sua interpretazione di “I’m Just Ken“.

Barbie è diretto da Greta Gerwig che ha curato la sceneggiatura del film insieme a Noah Baumbach. Il film è stato distribuito nelle sale cinema la scorsa stagione estiva da Warner Bros Pictures.

Barbie
barbie recensione scaled

Regista: Greta Gerwig

Data di creazione: 2024-02-22 16:56


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