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100 anni di Pier Paolo Pasolini: una vita tra arte, cinema, poesia e pensiero

Esattamente 100 anni fa nasceva Pier Paolo Pasolini, intellettuale la cui vita si è sempre divisa tra arte, cinema, poesia e un pensiero capace di indagare – e anche anticipare – la dimensione socio-politica del nostro paese anche andando incontro a controversie e procedimenti giudiziari.

Ripercorrere la carriera di Pasolini non è impresa semplice, proprio perché sfaccettata e poliedrica, permeata inoltre da una linea di pensiero non sempre facile o di immediata comprensione.

Il cinema di Pasolini, aspetto che qui approfondiremo, rispecchia il pensiero del suo autore sempre attento alle tematiche sociali e religiose, indagando sempre con sguardo attento e partecipe gli aspetti più reconditi e difficili della vita di tutti i giorni.

Tutti questi aspetti si riscontrano, infatti, in Accattone (1961) suo esordio al cinema che gli fa avere da subito problemi con la censura che lo perseguiteranno fino alla fine. Il film, infatti, non ottiene il visto censura ma viene ugualmente presentato fuori concorso a Venezia.

Molto simile al film d’esordio, il successivo Mamma Roma con protagonista Anna Magnani mescola sapientemente il realismo crudo della periferia romana con spunti presi dall’arte (Pasolini fu allievo di Roberto Longhi). All’epoca fece discutere soprattutto l’inquadratura del corpo morto del giovane Ettore che si rifà al Cristo Morto di Mantegna.

Arte e vita, realtà e pittura. Queste sono le dimensioni-cardine del cinema di Pasolini che si integrano e influenzano a vicenda, come dimostra la scena della crocifissione nell’episodio La ricotta (con protagonista Orson Welles) del collettivo Ro.Go.Pa.G che richiama lo stile del Manierismo e che saranno acuite sopratutto nella Trilogia della Vita.

Con Il Vangelo secondo Matteo, Pasolini propone la vita di Gesù seguendo il Vangelo di Matteo, lontano però dai dogmi e dall’agiografia (come farà invece Zeffirelli), attirandosi però accuse di vilipendio alla religione ma ricevendo il Leone d’argento a Venezia.

Dopo il politico-surreale Uccellacci e uccellini (1966) con Totò alla sua ultima interpretazione da protagonista, Pasolini riflette sul Sessantotto e le sue conseguenze con Teorema (1968) creando ulteriore scandalo.

Con Medea (1969), Pasolini chiama a sé una diva come Maria Callas che però non garantisce al film il successo sperato.

Nel 1971, Pasolini realizza la trasposizione cinematografica de Il Decameron di Boccaccio, primo film facente parte della Trilogia della Vita a cui seguiranno I racconti di Canterbury (1972) e Il fiore delle mille e una notte (1974). Tutti e tre i film, ispirati a opere letterarie, si attirano le ire della censura per la rappresentazione di nudità e per l’indagine della sessualità resa senza fronzoli, ma anche rosea e vitale.

Poco prima della sua tragica morte, su cui restano tuttora aspetti poco chiari, Pasolini realizza il suo film più controverso e shockante: Salò o le 120 giornate di Sodoma. Questo film, ispirato ai gironi danteschi dell’Inferno e ancora un pugno nello stomaco, è un apologo spiazzante e crudelmente grottesco sul potere e sulla sua aberrante messa in pratica.

Pellicola sequestrata, il produttore Alberto Grimaldi processato per oscenità e corruzione di minori, fiumi di inchiostro e pubbliche accuse: con questa sua ultima opera, Pier Paolo Pasolini sferzò un duro colpo al pubblico e alla critica dell’epoca e resta, probabilmente, l’opera più maledetta del suo autore che non ha perso, a distanza di quasi 50 anni, la sua forza.

Pier Paolo Pasolini è stato un libero pensatore che ha saputo guardare con occhio critico e anticipatore gli usi e costumi dell’Italia, della sua classe politica e dei suoi cittadini. Oggi, a 100 anni dalla sua nascita e con un contesto socio-politico più che mai in bilico, le sue parole e la sua visione della realtà restano delle letture efficaci per comprendere quello che ci circonda. Pensieri e parole che descrivevano la società dell’epoca ma che risultano quanto mai attuali e profetiche.

“Detesto soprattutto il potere di oggi. Ognuno odia il potere che subisce, quindi odio con particolare veemenza il potere di questi giorni. È un potere che manipola i corpi in un modo orribile.


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