Star Trek: Picard 3 – Episodio 1: il nostro commento

Prime video ha appena pubblicato, in contemporanea con gli Stati Uniti, il primo episodio della terza e ultima (cosi dicono…) stagione di Star Trek: Picard.

I dieci episodi totali, verranno trasmessi sulla piattaforma streaming di Amazon ogni venerdì. Dopo una seconda stagione che non ci aveva affatto convinto, andiamo a vedere se il buon Patrick Stewart, con un’abile manovra Picard è riuscito a riportare la nave sulla giusta rotta per quest’ultimo ballo.

Consapevoli della debolezza della trama nelle prime due stagioni (in particolare la seconda) e della inconsistenza di quasi tutti i nuovi personaggi che hanno affiancato le ultime avventure del capitano Picard fino a questo momento, i produttori avevano davvero bisogno di una rivoluzione in corso d’opera, di un qualcosa che ribaltasse completamente le sorti di una serie che si stava pericolosamente atrofizzando, schiacciata dalle esigenze della tv del 2023, fatta però con un occhio all’epoca d’oro degli anni Ottanta-Novanta. E non casualmente, la trama, l’atmosfera, i colori e gli umori di questa terza stagione di Star Trek: Picard, sembrano totalmente scollegati dai primi due anni di produzione. E’ totalmente un’altra serie.

E così, proprio quando stavamo perdendo le speranze, convinti che le grandi emozioni del passato di questo franchise fossero oramai alle spalle, Terry Matalas e il resto dei writers hanno tirato fuori un primo episodio semplicemente incantevole. L’ultima avventura di Picard inizia in maniera avvincente, al fianco di un vecchio amico che ruggisce ancora come un leone, il grandissimo Comandante Riker, Jonathan Frakes, con il quale Patrick Stewart ha ancora un’intesa recitativa importante. I due, i cui dialoghi e le cui azioni occupano la maggioranza dell’episodio, riescono nell’impresa di non far sembrare ridicola una missione spaziale condotta da un ultraottantenne e da un settantenne che imbracciano phaser e tricorder.

L’ammiraglio Picard e il suo storico vice , in un episodio segnato da continui richiami allo specifico passato di Star Trek: the Next Generation, sono in missione per localizzare un segnale di soccorso proveniente da un’altra vecchia amica, personaggio di culto di Star Trek e fiamma mai sopita di Picard, la dottoressa Beverly Crusher (Gates McFadden). Ad aiutarli, uno dei pochissimi personaggi convincenti delle due precedenti stagioni di Star Trek: Picard, oramai primo ufficiale della flotta stellare, l’ex Sette di Nove, ora Comandante Hansen (Jery Ryan).

Purtroppo, una parte considerevole dell’episodio è occupata dalle scene che hanno come protagonista una dei peggiori personaggi mai creati nella storia di Star Trek e cioè Raffi, ora agente sotto copertura della federazione e intrepretato da Michelle Hurd. Ma a parte questa scelta poco spiegabile, i primi cinquantacinque minuti della terza stagione scorrono veramente a meraviglia e sono in grado di stuzzicare l’animo romantico degli appassionati di vecchia data con un’atmosfera che, per quanto possibile nel 2023 e nell’epoca della computer grafica, si allontana a curvatura 9 dai colori pastellati delle precedenti stagione e sposa un ambiente autenticamente trekkiano.

Le musiche, i rumori, il tono dei dialoghi, le uniformi, la sigla iniziale e finale e persino la strumentazione di bordo vogliono specificatamente replicare in maniera più fedele possibile quello che era il mood, molto particolare e mai più replicato, dei sette anni che hanno contraddistinto il capolavoro Star Trek: the Next Generation.

I libri, purtroppo noi vecchi appassionati lo abbiamo capito fin troppo bene negli ultimi anni fatti di Star Trek: Discovery e altri spin off del franchise, non vanno mai giudicati dalla copertina. Ma se questa è la partenza della missione finale di Picard e del suo storico equipaggio, che pian piano apparirà nella sua totalità, non vediamo l’ora di goderci il viaggio.

Le prime due stagioni complete – ed il primo della terza stagione – di Star Trek: Picard sono attualmente disponibili sul catalogo di Prime Video.

Un commento su “Star Trek: Picard 3 – Episodio 1: il nostro commento

  1. Da vecchia trekker affezionata a Picard, mi emoziono sempre con il vecchio team sullo schermo, ma non mi parlate di ambiente Trek perché sembrava di vedere Blade Runner, più cupo non potevano farlo.
    Sì ai vecchi suoni e a tutti i richiami, ma l’unico che ha davvero replicato l’atmosfera è stato Seth MacFarlane, con “The Orville”.
    Aspetto fiduciosa le prossime puntate, comunque felice di rivedere i “ragazzi” insieme, sul ponte di una nave

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