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Il ministro Franceschini annuncia l’abolizione della censura cinematografica

Quella di oggi potrebbe diventare una data storica. Il ministro della cultura Dario Franceschini ha infatti annunciato l’abolizione definitiva della censura cinematografica.

Il ministro ha firmato poche ore fa il decreto che istituisce la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche presso la Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura con il compito di verificare la corretta classificazione delle opere cinematografiche da parte degli operatori.

Questo decreto, dunque, e il conseguente sistema di classificazione, supera e abolisce in tutto e per tutto la possibilità di censurare i film e le opere cinematografiche.

Il ministro Franceschini si è così espresso: “abolita la censura cinematografica, definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti“.

Una data storica, si diceva, perché pone una netta cesura tra tutto ciò che è successo fino a oggi e ciò che succederà da oggi in poi. Si ricordi ciò che accadde a film come Ultimo tango a Parigi (da cui l’immagine scelta, non a caso, per questo articolo), per il quale il regista Bernardo Bertolucci perse addirittura i diritti civili – tra cui quello di voto – per cinque anni, o a Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini (come per quasi tutta la sua filmografia). E l’elenco potrebbe continuare; citiamo, per dover di cronaca, almeno La grande abbuffata (1973) di Marco Ferreri, I diavoli (1970) di Ken Russell e il ben più recente Totò che visse due volte (1998) di Ciprì e Maresco. Film, questi, letteralmente massacrati dalla censura poi diventata ben più accomodante e permissiva.

Forse perché il cinema, soprattutto quello italiano, ha perso in anni recenti la capacità e la voglia di graffiare. Ora, però, ha inizio una nuova epoca che potrebbe spingere gli autori a una maggiore libertà artistica.


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