the young pope recensione

The Young Pope – Sorrentino e Jude Law conquistano pubblico e critica con originalità – Le nostre impressioni

I primi due episodi di The Young Pope, la serie Sky diretta da Paolo Sorrentino e magistralmente interpretata da Jude Law, hanno fatto registrare ascolti da record.

Quasi un milione di telespettatori, un risultato mostruoso per una tv a pagamento, che doppia praticamente i già ottimi risultati di Gomorra e 1992. Il merito del successo all’auditel va alla grande promozione pubblicitaria, ma anche e soprattutto alla fama oramai raggiunta dal premio oscar Sorrentino.

Attenzione però, perchè il fatto che una produzione sia stata promossa alla grande e che tutti, per la prima puntata, siano rimasti incollati al televisore, di certo non vuol dire necessariamente che il prodotto sia da considerare un capolavoro, basti pensare a 1992. In questo caso però, potete state tranquilli, The Young Pope è una serie che convince e tanto, almeno in questi primi episodi.

Le prime cose che si notano sono due: la fotografia e la scenografia assai “sorrentiniane”, con queste lunghe inquadrature che sembrano dire niente, ma invece dicono tutto; la straordinaria personalità recitativa di Jude Law, il quale, nei panni del giovane pontefice italo americano Lenny Belardo, si prende la scena con autorità per non lasciarla più.

Il giovane papa di Law è un personaggio incredibilmente intrigante, una sorta di copia in versione vaticana di Frank Underwood, con quell’autoritarismo intelligente e sagace che tiene lo spettatore incollato alla tv solo per sentire la prossima battuta brillante che uscirà dalla bocca del protagonista. Ma affinchè i dialoghi siano spumeggianti servono altre due cose: bravi attori con i quali relazionarsi e una grande scrittura che dia un senso generale ai singoli dialoghi. Fortunatamente in The Young Pope abbiamo entrambe le cose ai massimi livelli. Il supporting cast è da emmy award, con Diane Keaton nei panni della saggia suor Mary, mentore di Lenny e uno strepitoso Silvio Orlando a interpretare il Segretario di Stato Vaticano Voiello. I suoi dialoghi con il papa reggono tranquillamente il confronto, e forse superano, anche blasonate serie tv introspettive di matrice americana. Tutto ciò anche grazie ad una qualità del doppiaggio (E DELL’AUTO DOPPIAGGIO) infinitamente superiore rispetto a quelle del pur ottimo I Medici, targato Rai.

Ma come detto a legare sapientemente questi grandi attori c’è alla base un progetto pensato bene e scritto ancora meglio. The Young Pope è molto di più dei soliti sceneggiati sulla vita della Curia. E’ un’opera che aggira brillantemente tutti gli stereotipi, buoni o cattivi che siano, sulla Chiesa Cattolica, a partire da un’insopportabile e acritica adulazione del cattolicesimo per arrivare ai soliti scandali di corte che mostrano (come se non lo sapessimo già) i vari preti che vanno a puttane, i cardinali con la Ferrari e i monsignori con gli Attici a Via del Corso.

The Young Pope è un’opera originale, impegnata e sapientemente realizzata, che prova a raccontare le vicende di un carismatico e anticonformista pontefice, all’interno della complessa macchina vaticana. Sorrentino, Jude Law e gli altri riescono a tenere lo spettatore incollato al decoder senza che praticamente succeda mai nulla di concreto. La trama, infatti, praticamente non va avanti, è ferma. Ferma, ma non noiosa, anzi. Un concetto complesso da rendere, ma che moltissimi telespettatori si spera avranno apprezzato.

Si, forse è vero, come dice Maurizio Torrioni di famigliacristiana.it, in certi casi Belardo “sconfina nella macchietta”. Effettivamente alcune sfaccettature del personaggio del nuovo pontefice sono assai azzardate, piuttosto irrealistiche, ma sempre in maniera originale, mai banale e stereotipata. Non è molto credibile il fatto che il papa non voglia essere visto in faccia nel 2016. ma, chi l’avrebbe mai detto, al termine del secondo episodio, invece di una scontata omelia di “apertura”, PIO XIII arriva il colpo di scena con un un tremendo rimprovero ai fedeli dall’alto di un oscurato balcone papale. E’ geniale! Come è geniale moltissimo di questa serie che, seppur non esente da pecche, rappresenta un vanto per il nostro Paese.

In sintesi:

Retta da attori straordinari e da una sceneggiatura originalissima, The Young Pope tiene lo spettatore incollato allo schermo senza che in realtà nella trama succeda mai nulla di concreto. Una serie innovativa e brillante, lenta ma mai noiosa, che rappresenta un indubbio vanto per l’industria televisiva italiana. 


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