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[The Walking Dead] La recensione della nona stagione

Si è da poco conclusa la nona, controversa, stagione della celebre serie tv The Walking Dead, presentato come sempre da AMC, e qui in Italia da Sky.

I protagonisti in questi 16 episodi hanno affrontato molte traversie, tra la perdita di numerosi personaggi importanti e tante tregedie. Ma è stato anche uno dei periodi più stanziali e sereni, poichè molte persone hanno trovato una parvenza di casa e di famiglia ad Alexandria, a Hilltop e al Regno.

Sicuramente l’elemento più forte e più importante di questa stagione è stata la scomparsa di uno dei personaggi storici della serie, se non il più importante: Rick Grimes. Come noto, Rick, interpretato dal bravissimo Andrew Lincoln, ha lasciato la serie in maniera molto originale ma la sua mancanza è intensa e percepibile.

Gli showrunners della serie, che ha visto in questa stagione il più basso record di ascolti dall’inizio della serie, hanno cercato di mescolare le carte in tavola: c’è stata la scomparsa di Rick ma anche quella di Maggie, c’è stato un salto temporale in avanti di parecchio tempo, c’è stata la comparsa di un nuovo gruppo di cattivi, i Sussurratori, capitanati dalla nota attrice Samantha Morton.

E’ apprezzabile e interessante, tra i vari cambiamenti, soprattutto il salto in avanti temporale, che ci ha mostrato una civiltà in ricostruzione, più strutturata, una sorta di Medioevo zombie, molto intrigante. Stimola molto il personaggio di Negan che ha fatto una variazione caratteriale di 180 gradi, dimostrandosi quasi uno dei buoni e snaturando un pochino un character, in passato, intenso e temibile.

Il ricambio generazionale, però, ci chiede di affezionarci emotivamente a personaggi che conosciamo poco e di cui sappiamo ancora meno, rendendo meno emozionananti le vicende pericolose o le morti improvvise dei personaggi più importanti.

In tutti questo, e come molti anni a questa parte, gli zombi sono un mero contorno e non riescono più ad essere centrali nella vicenda. Buono il cast storico ma poco carismatici i nuovi personaggi, buttati un po’ nella mischia a caso, in particolare l’insopportabile Lydia, interpretata da Cassady McClincy e lo sciapito Henry (Matt Lintz).

Con due film tv in preparazione sul personaggio di Rick Grimes, una serie spin-off iniziata benissimo e andata avanti male, Fear the walking dead e un’altra serie spin-off annunciata da pochi giorni per il 2020, gli showrunner di The walking dead dimostrano la stessa cecità che ha colpito la dirigenza della Warner/DC che, a fronte di una caduta importante di tipo qualitativo, hanno preferito voltare il capo dall’altra parte e lanciare progetti a casaccio di dubbio valore commerciale.

The Walking Dead è stata e rimane un’ottima serie tv, che forse risente un po’ degli anni che passano. In questa stagione ha regalato episodi belli e intensi, come il penultimo, decisamente shockante, ad altri meno azzeccati. A fronte di tutti questi anni, il problema più importante è che non si vede in lontananza un tentativo di chiusura delle molte sottotrame, a fronte di una caduta evidente degli ascolti ed a una perdita continua di spettatori.




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