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Nordic Film Fest – “Rams: Storia di due fratelli e otto pecore” di Grímur Hákonarson (2015)

In Islanda la pecora é un animale “sacro”, i pastori crescono le pecore e i montoni come se fossero loro figli e le trattano quasi al pari degli animali domestici classici; questa premessa é necessaria per poter capire al meglio la storia dei fratelli Gummi e Kiddi, anziani pastori che vivono l’uno affianco all’altro ma non si rivolgono la parola da 40 anni, raccontata dal regista Grímur Hákonarson in “Rams: storia di due fratelli e otto pecore”, vincitore lo scorso anno a Cannes all’interno della sezione un certain regard, e uscito in dvd dal 23 marzo con Bim Distribuzione.

rams nordic film festGrímur Hákonarson porta sullo schermo tutto quello che aveva imparato durante la sua infanzia quando, come tutti i bambini islandesi, veniva mandato nella campagne a lavorare nelle fattorie, in quegli anni ha potuto “studiare” e capire i sistemi di amministrazione agricola all’interno dei distretti più remoti e del rapporto che si crea tra il pastore e il suo gregge. In alcune zone del nord dell’Islanda l’allevamento di ovini costituisce il mezzo principale di sostentamento della popolazione e una componente fondamentale della cultura contadina; per questo per molti islandesi le pecore sono considerate sacre, rappresentando una forma di orgoglio. Questo é lo spirito che aleggia nei caratteri burberi dei fratelli Gummi (Sigurður Sigurjónsson)e Kiddi (Theodór Júlíusson) che pur abitando a pochi metri l’uno dall’altro, non si rivolgono la parola, se non attraverso i messaggi che si inviano tramite il cane di Kiddi, ma riversano il loro affetto sul proprio gregge, tra i più premiati all’interno dei concorsi agricoli del distretto.

rams nordic film festLa pacata tranquillità dei pastori viene interrotta dal timore che un epidemia ovina possa espandersi per tutti i greggi, per questo i veterinari del distretto obbligano i pastori ad abbattere i propri animali così come é deciso nel regolamento agricolo. Questa decisione mina il finto equilibrio che vi era nel rapporto di silenzio tra i due fratelli (il montone malato apparteneva al gregge di Kiddi) e mette a repentaglio il futuro delle fattorie del distretto che per i successivi due anni perderanno la maggioranza del proprio lavoro; Gummi decide di raggirare le regole e nasconde nella sua cantina 7 pecore e un montone. Il piano di Gummi sembra procedere indisturbato ma ben presto verrà scoperto da uno dei veterinari del distretto incaricato di disinfettare le stalle, si vedrà costretto a chiedere aiuto a suo fratello pur di salvare il suo prezioso gregge.

I due fratelli metteranno da parte il loro astio ritrovando così il rapporto ormai perso da anni, un affetto ormai rarefatto che man mano accresce mentre si affronta il paesaggio di ghiaccio che caratterizza l’inverno nordico.

Se nella prima parte il film presenta un montaggio più serrato per mostrarci i susseguirsi degli eventi (concorso, epidemia, abbattimento bestiame e stalle), nella seconda parte i tempi sembrano seguire l’evolversi della stagione fredda, con il maggior utilizzo di campi lunghi e un montaggio più sostenuto, evidenziando così anche il cambio di tono della narrazione: dai torni più scherzosi e ironici ai laconici e drammatici per culminare con toni calorosi nella scena finale.

Il nostro parere: 6 +

Una narrazione con i tempi particolarmente dilatati a cui un pubblico generalista non é abituato, ma merita la sua visione per la freschezza e la naturalezza con cui il giovane regista ci mostra una realtà agricola ben diversa dalla nostra. “Rams. Storia di due fratelli e otto pecore” evidenzia la riscoperta dei rapporti “congelati” e riaccesi tramite l’affetto nei confronti di un animale da salvare.


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