Non abbiamo fatto in tempo a digerire la morte di Miloš Forman quando ecco arrivare un’altra triste notizia che riguarda il cinema italiano: il regista Vittorio Taviani, fratello di Paolo, è morto oggi all’età di 88 anni dopo una lunga malattia.
Vittorio Taviani nasce a San Miniato (Pisa) nel 1929, due anni prima del fratello Paolo col quale realizzerà alcuni film destinati a lasciare un’impronta indelebile nel cinema italiano.
Durante gli studi alla facoltà di legge, Vittorio anima, insieme al fratello, il Cineclub di Pisa organizzando proiezioni. Abbandonati gli studi nel 1954, i due fratelli realizzano – col contributo di Valentino Orsini conosciuto al cineclub – alcuni documentari che affrontano tematiche sociali e che hanno come base poetica il Neorealismo.
L’esordio nel lungometraggio avviene nel 1962 con Un uomo da bruciare con protagonista Gian Maria Volonté. Con San Michele aveva un gallo (1972), i fratelli Taviani ottengono riconoscimenti internazionali proponendo un cinema politico e rivoluzionario, sia nelle tematiche che nel linguaggio.
I Taviani affrontano poi la Restaurazione con Allonsanfàn, interpretato da Marcello Mastroianni e ritmato da una delle colonne sonore più riuscite di Ennio Morricone alla sua prima collaborazione con i registi.
Il successivo Padre padrone (1977), tratto dal romanzo autobiografico di Gavino Ledda, fa vincere ai Taviani la Palma d’oro a Cannes. Sempre attenti alla letteratura, i Taviani portano sullo schermo Kaos (1984), film a episodi ispirato alle “Novelle per un anno” di Luigi Pirandello; la critica, però, stavolta non apprezza particolarmente il film, ma molti elogi vengono fatti al duo comico Franco Franchi e Ciccio Ingrassia protagonisti dell’episodio “La giara“.
Alternando film più riusciti come Le affinità elettive (1996) tratto da Goethe a film zoppicanti realizzati strizzando l’occhio al mercato internazionale (Good Morning Babilonia, 1987), i Taviani giungono a una delle vette più alte del loro cinema con Cesare deve morire (2012), vincitore dell’Orso d’oro a Berlino; il film è un ibrido tra finzione e documentario ambientato nel carcere di Rebibbia con alcuni detenuti intenti a portare in scena il Giulio Cesare di Shakespeare.
I Taviani realizzano poi il riuscito Maraviglioso Boccaccio (2015) ispirato al Decameron per il quale riuniscono un cast davvero altisonante che comprende, tra gli altri, Kim Rossi Stuart, Paola Cortellesi e Carolina Crescentini.
L’ultimo film girato da Vittorio insieme al fratello è Una questione privata (2017) tratto dal romanzo di Beppe Fenoglio con protagonista Luca Marinelli.
Traendo molto spesso spunto dalla letteratura nazionale e internazionale, Vittorio e Paolo Taviani hanno saputo raccontare la realtà circostante con un approccio cinematografico che non ha eguali nel panorama italiano. Due registi, due fratelli, ma un’anima sola.