Dune: recensione del film sci-fi diretto da Denis Villeneuve

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Vi proponiamo la recensione di Dune, il film diretto da Denis Villeneuve, adattamento del celebre romanzo firmato da Frank Herbert.

Primo capitolo di un dittico firmato Warner Bros/Legendary Pictures, il nuovo adattamento cinematografico di Dune porta in scena gli eventi narrati nella prima parte dell’immenso romanzo di Frank Herbert, promettendo allo stesso tempo una certa fedeltà a quella che è l’essenza di una delle opere letterarie che più hanno influenzato la fantascienza nella storia passata e recente.

Nel cast stellare del film di Denis Villeneuve spazio per l’astro nascente Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Josh Brolin, Jason Momoa, Javier Bardem, Dave Bautista e Stella Skarsgard. La colonna sonora è, invece, firmata dal premio Oscar Hans Zimmer.

LA TRAMA

Nell’anno 10191 la razza umana ha colonizzato l’intero universo conosciuto. Gli spostamenti tra un pianeta e l’altro sono gestiti dalla Gilda Spaziale, la quale necessita di grandi quantità di una spezia con proprietà di preveggenza atta a garantire ai navigatori di trovare le rotte migliori. Tale spezia nel tempo è divenuta la sostanza più preziosa nell’universo per le sue proprietà, ma anche perchè presente solo sull’arido pianeta Arrakis, da molti noto come Dune.

Dopo anni di dominio dei violenti Harkonnen, il pianeta Arrakis viene affidato dall’imperatore sotto il governo della casata degli Atreides, un passaggio di mano che rischia di spingere le due casate verso la guerra. Il passaggio di potere però porta con sè oscuri presagi, ed un’antica profezia legata al giovane Paul, figlio del Duca Leto Atreides, da alcuni definito l’eletto.

LA RECENSIONE

REGIA E SCENEGGIATURA

Anni dopo il “problematico” adattamento firmato da David Lynch, l’epica opera Dune è stata affidata nelle mani di un altro grande interprete della cinematografia mondiale, più acerbo del primo questo è vero, ma di certo carismatico a tal punto da vedersi affidare nei primi anni della sua carriera la regia di film quali Arrival, Sicario e Blade Runner 2049, non proprio tre favolette.

Denis Villeneuve è considerato il futuro di Hollywood, e la regia di un film come Dune non poteva che essere considerata per la sua carriera un vero e proprio spartiacque. Pertanto, adattare un’opera come quella di Frank Herbert per Denis Villeneuve non deve essere stato un lavoro facile, questo è certo. Come già anticipato in precedenza, infatti, Dune è da molti considerato il romanzo di fantascienza per antonomasia, l’opera letteraria che più ha contribuito ad influenzare scrittori, registi, sceneggiatori ed appassionati di genere, ed è per questo che il rischio di un terribile fallimento era dietro l’angolo… chiedere a David Lynch per averne conferma!

Fatta questa piccola considerazione, è lecito affermare che il lavoro di Villeneuve con Dune, sotto molti punti di vista, risulta genuino, fedele all’opera a cui si ispira, ma soprattutto coscienzoso della grande responsabilità che pesa sulle spalle del suo regista. Senza stravolgere troppo l’opera originale, infatti, il regista imprime la sua impronta, ma lo fa con rispetto, mostrando nel contempo quel talento che in molti hanno già amato ed apprezzato nei film da lui diretti citati in precedenza. In Dune si denota passione, risolutezza ed in certe occasioni grandezza, senza mai che il regista si spinga oltre quelli che sono i dettami narrativi ben sottolineati nell’opera di Herbert.

La narrazione è ben condensata nei suoi oltre 150 minuti di durata, con un ritmo sceneggiativo talvolta candenzato, passivo, quasi come se a tenere alta l’attenzione del pubblico sia una pagina del romanzo originale più che una sequenza girata e destinata alla sala. A tal proposito, un plauso va fatto all’ottimo lavoro degli sceneggiatori Jon Spaihts e Eric Roth, bravi ad adattare con cura la maestosità delle parole di Herbert.

ASPETTO TECNICO

Dune non è solo splendido contenuto narrativo. La fotografia di Greig Fraser esalta luci e colori di un futuro lontano, e lo fa accompagnando nel modo giusto le varie scenografie che fanno da contorno ad un lavoro grafico di prim’ordine. Siamo dinanzi ad un adattamento da oltre 160 milioni di dollari, pertanto parlare di effetti visivi straordinari in alcuni casi può essere considerato anche riduttivo. Hans Zimmer, inoltre, risulta l’arma in più nell’arco di Denis Villeneuve: il noto compositore, infatti, accompagna con grande impeto i momenti più iconici, ispirando immagini e contesti come solo lui sa fare.

IL CAST

Timothée Chalamet porta con sè un grande fardello, il suo ruolo è infatti fondamentale per la buona riuscita del Dune di Villeneuve, ciononostante dimostra di avere spalle forti per sostenere il peso della responsabilità. Bravo! Al fianco della giovane stella hollywoodiana c’è da sottolineare il carisma di Oscar Isaac, ma anche il lavoro ottimo svolto da Rebecca Ferguson, oramai una sicurezza al pari del quasi irriconoscibile Stellan Skarsgard. Non disdegna complimenti neppure il buon Jason Momoa, bravo nel mostrare fisicità e presenza scenica. Qualche piccola critica, semmai, va fatta all’utilizzo da parte del regista del talento di attori del calibro di Josh Brolin e Dave Bautista: entrambi mai al centro dell’attenzione.

IN CONCLUSIONE

A nostro avviso, il regista Denis Villeneuve ha svolto un lavoro straordinario, non privo di difetti, ma straordinario. Il suo Dune è infatti un adattamento fedele, ma soprattutto lontano anni luce da quei “fracassoni” hollywoodiani capaci di raccogliere elogi solo per la loro estetica. Aspettiamo la seconda parte del suo lavoro, a questo punto, con grande emozione, consci di avere dinanzi un’opera cinematografica di grande impatto.


Dune
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Regista: Denis Villeneuve

Data di creazione: 2021-09-19 01:51

Valutazione dell'editor
4

2 thoughts on “Dune: recensione del film sci-fi diretto da Denis Villeneuve

  1. Dallo stesso regista di arrival….. Ma dopo un film come arrival come si fa a fargliene dirigere un altro?!!!! Con Dune è un impresa rimanere svegli…. 6 volte che provo a vedere questo film e mi sono addormentato 8….. Pessima regia

  2. Potevano dirlo xhe il film era solo mezza parte dell’originale, Solito sfruttamento di un bellissimo film, rifatto in due parti per tenere a strascico i boccaloni tipo fans di Enri potter.
    Pessimo e lento, sembra la moviola del primo

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