I delitti di Valhalla, recensione della serie Netflix
Netflix ha rilasciato la prima stagione di I delitti di Valhalla, serie crime islandese del 2019. Questa la recensione.
Trama: Reykjavik, capitale della piccola Islanda, è una città mediamente tranquilla dal punto di vista della criminalità. Purtroppo, però, la scoperta di due corpi senza vita a distanza di poche ore getta la città nel panico. Il corpo di polizia non è abituato a confrontarsi con un probabile serial killer e, nella vana speranza di lasciare la stampa all’oscuro degli eventi, decide di affidarsi ad un elemento della vicina polizia norvegese. Da Oslo viene inviato Arnar (Björn Thors) a supportare nelle indagini il detective Kata (Nína Dögg Filippusdóttir).
Commento
La prima stagione di I delitti di Valhalla si compone di otto episodi da 50 minuti circa. La storia è interessante, ed avrebbe potuto essere avvincente, ma una sceneggiatura non priva di difetti, ed una regia piuttosto deludente, non fanno di certo bene al progetto nato dalla mente dei nostri cugini islandesi ai confini del mondo.
Ottimi i piani sequenza girati all’esterno, con paesaggi mozzafiato che portano lo spettatore in un onirico viaggio nella terra più giovane del pianeta. Perfetto il doppiaggio in lingua italiana, Oliviero Dinelli dà grinta con la sua particolare voce al commissario Magnùs, con lui troviamo anche Claudia Catani, la voce di Scully di X-Files.
I personaggi, estremamente stereotipati, risultano poco caratterizzati, restando spesso distaccati dal piano narrativo, e questo nonostante alcune implicazioni siano funzionali alle vicende. Gli attori a cui sono affidati i personaggi sono pressoché sconosciuti, e sinceramente non riescono ad innalzare la qualità complessiva della serie.
Ad oggi non è certa la realizzazione di una seconda stagione, a tal proposito vogliamo ricordare che Netflix non è soltanto distributore di I delitti di Valhalla, ma anche co-produttore.
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