Finalmente la seconda stagione di The Umbrella Academy, serie targata Netflix e diretta nuovamente da Steve Blackman, è disponibile sulla piattaforma streaming da venerdì 31 luglio.
Basata sull’omonimo fumetto di Gerard Way e Gabriel Bá, questa serie segue le vicende di sette ragazzi, dotati di poteri straordinari, adottati dal miliardario Reginald Hargreeves. Vengono addestrati in quella che prende il nome di The Umbrella Academy e sono Luther (Numero Uno), Diego (Numero Due), Allison (Numero Tre), Klaus (Numero Quattro), Numero Cinque, Ben (Numero Sei) e Vanya (Numero Sette).
Nella prima stagione (qui la recensione) questi sette fratelli hanno provocato l’Apocalisse, per vari motivi, e nella seconda stagione loro stessi cercheranno di rimediare ai loro errori tornando indietro nel tempo. Verranno catapultati negli anni ’60, ma anche l’apocalisse torna indietro nel tempo e Numero Cinque deve fare di tutto per ritrovare tutta la famiglia e prevenire la catastrofe globale.
La seconda stagione rimane coerente con la prima non snaturandone l’eccentricità, ma evolve in modo migliore sotto ogni punto di vista: la scrittura è migliorata, tutti i personaggi hanno un approfondimento equo e possiamo anche conoscerli meglio esplorando alcuni aspetti del loro carattere, le belle scene d’azione non mancano e gli effetti speciali sono notevolmente migliorati. Il ritmo è incalzante, scorrevole e leggero a tal punto che lo spettatore non può fare a meno di proseguire.
Tra tutti i personaggi, spicca una magnifica Kate Walsh con la sua The Handler, un personaggio folle, manipolatrice e impossibile da detestare dal momento che affascina tutti fin dal primo momento in cui appare. Menzione d’onore per Aidan Gallagher, che interpreta il geniale Numero Cinque, Il giovane e sorprendente attore offre una prova magistrale interpretando il fratello mai cresciuto, colui che prende le redini cercando in ogni modo di prevenire questa catastrofe globale tenendo uniti e in riga gli altri fratelli. Vanya, interpretata dalla bravissima Ellen Page, finalmente sboccia; è più matura e prende coscienza di se stessa. Nella stagione precedente, lei era spesso in ombra e tormentata dalla sua infanzia difficile.
Questa stagione alza decisamente l’asticella con quella dose di follia, umorismo, comicità e anche con le varie tematiche sociopolitiche trattate come il razzismo e l’omofobia, in relazione al contesto narrato e cioè gli anni ’60. Il tema della famiglia e della ricerca di se stessi è preponderante, come pure l’introspezione dei singoli protagonisti e dei loro drammi interiori. E’ anche la storia, seppur assurda, di una famiglia disfunzionale.
E’ sicuramente un appuntamento imperdibile per chi ha amato la prima stagione e considerando il degno e potente finale di questa stagione, ci sono le basi per una terza stagione.
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