The Predator (2018), la recensione del film di Shane Black

The Predator è un film fantascientifico del 2018, diretto da Shane Black, e parte di un storica saga partita nel 1987. Questa è la nostra recensione.

Il nuovo capitolo della saga Predator è stato diretto da Shane Black, con un cast composto da Boyd Holbrook, Trevante Rhodes, Jacob Tremblay, Olivia Munn e Thomas Jane.

Messi da parte i due spin-off (Alien vs Predator) ed il reboot Predators del 2010, questo nuovo capitolo segue direttamente gli eventi di Predator (1987) e Predator 2 (1990). Un’astronave in fuga nello spazio profondo atterra sul nostro pianeta trasportando con se un misterioso carico. Al suo inseguimento quella che sembra una terrificante evoluzione degli originali Predator. Un gruppetto di insoliti eroi si ritrova così immischiato in quella che sembra una caccia aliena senza precedenti.

La Recensione

Sin dal suo annuncio, qualche anno fa, Predator è stato visto come un tentativo forzato di risvegliare una saga mai realmente amata dagli appassionati di fantascienza, capace però di ritagliarsi nel tempo la nomea di cult di genere. Come noto, lo sviluppo del film non ha avuto vita facile, e di certo i tagli al montaggio finale, e le lunghe riprese aggiuntive, non devono aver aiutato il regista Shane Black a realizzare la sua miglior pellicola. Raramente un film nato nella tempesta regala una qualità eccelsa, e purtroppo The Predator non fa eccezioni.

Fatta questa importante premessa, iniziamo ad elencare ciò che realmente non sembra aver funzionato nella pellicola. Partiamo col dire che la sceneggiatura risulta poco chiara, e più che altro rivolta alla massa più che ad un pubblico mirato. A nostro avviso pesano davvero troppo le incoerenze con la mitologia del franchise, così come risulta sconfusionato, e quasi forzato, quel terzo atto commercializzato all’ennesima potenza. La classica vera ironica, che caratterizza da anni lo stile del regista, qui è solo accennata, e la “colpa” non può che essere addossata all’assenza di attori in grado di seguire tali direttive.

In questi particolari – e non solo – si intuisce l’assenza del tocco magico di Black, straordinariamente originale nei suoi precedenti lavori, quasi anonimo in The Predator. Viene quasi da pensare:

Ma siamo certi che Shane Black ha diretto The Predator?“.

L’aspetto visivo è “quasi” ineccepibile, ma con un budget così alto non poteva essere altrimenti. Preme sottolineare la presenza di una colonna sonora a tratti snervante, e la scelta “sbagliata” di girare l’intera pellicola con ambientazioni notturne, quasi atta a vanificare il lavoro svolto dagli artisti degli effetti visivi.

Il cast è di per se interessante, ma la forte caratterizzazione dei personaggi limita la qualità complessiva della recitazione. Boyd Holbrook non è Arnold Schwarzenegger – non giriamoci intorno – ma il suo talento è puro, ed Hollywood pare che se ne stia accorgendo film dopo film. Brilla la recitazione del giovanissimo predestinato Jacob Tremblay, così come non dispiace il tono dato da Olivia Munn ad un personaggio altrimenti piatto. Thomas Jane è senza dubbio l’attore con più talento dell’intero cast, ma ottiene il ruolo peggiore in assoluto, e questo è un vero mistero.


In conclusione The Predator è il classico polpettone action per famiglie, e purtroppo completamente lontano dalle premesse dello stesso Shane, il cui obiettivo iniziale era realizzare un film cupo, vietato ai minori ed in grado di pareggiare – se non superare – il clamore raccolto dal primo capitolo, datato 1987.


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