Recensione A Casa Tutti Bene, il film di Gabriele Muccino

A Casa Tutti Bene (Quad Poster)
Abbiamo visto in anteprima A Casa Tutti Bene, il nuovo film diretto da Gabriele Muccino, con un cast imbottito con i migliori interpreti del nostro cinema. Questa è la nostra recensione.

Sono passati quasi dodici anni dall’ultima volta che Gabriele Muccino ha giocato in casa dirigendo e facendo da sceneggiatore di un suo film qui in Italia. Dopo gli anni trascorsi a Los Angeles partorendo film come Sette anime e La ricerca della felicità torna in patria con A casa tutti beneuna storia familiare decisamente all’italiana che sembra essere quasi più un prodotto televisivo a puntate che un vero e proprio film.

Un lavoro limitato da dialoghi retorici, ma trainato da un cast a dir poco invidiabile e sicuramente da record per il cinema italiano.

A casa tutti bene è la storia di una grande, problematica, ingombrante, caotica, disfunzionale famiglia allargata che si ritrova tutta riunita per festeggiare le Nozze d’Oro dei nonni: Pietro (Ivano Marescotti), il capofamiglia, poco amante della famiglia allargata coi suoi relativi casini e la moglie Alba (Stefania Sandrelli).

Sbarcati sull’isola dove la coppia di pensionati si è trasferita a vivere, figli e nipoti si ritrovano bloccati sull’isola a causa di un’improvvisa mareggiata che impedisce ai traghetti di raggiungere la costa.

Sabrina Impacciatore è Sara, figlia della materna e dolce Ambra, nonché moglie tradita di Diego (Giampaolo Morelli), disposta a digerire tutto pur di salvare un matrimonio chiaramente naufragato. Sugli scudi anche un inedito e umanamente truce Riccardo (Gianmarco Tognazzi), figlio di una genuina e tenera Maria (Sandra Milo) e compagno di una verace romana Luana (Giulia Michelini), e un insoddisfatto Carlo (Pierfrancesco Favino), portato al limite di sopportazione matrimoniale da un’insostenibile donna, Ginevra,interpretata da Carolina Crescentini. Davvero inedito, invece il ruolo affidato a Massimo Ghini, Sandro sessantenne malato di alzheimer che l’attore gestisce con sorprendente capacità, dando credibilità ai suoi smarrimenti e alla sua vulnerabilità.

I personaggi sono dunque numerosi e ognuno è chiamato a fare i conti con il proprio passato, con gelosie mai sopite, rapporti irrisolti e imprevisti colpi di fulmine.

 “Un affresco famigliare per raccontare la società del nostro Paese, la vita tra pathos e spasmo febbrile nella ricerca della felicità”

Gabriele Muccino

Il regista ha provato a raccontare quello che in fondo accade in ciascuna famiglia che, quando si allarga, diventa una giungla piena di ostacoli e insidie e le dinamiche della famiglia sono quelle dell’animo umano, in tutte le sue espressioni e declinazioni, comprese quelle dello stress.

“È tutta una questione di tempi, ogni momento definisce i destini delle nostre vite, abbiamo sempre un labirinto di scelte possibili davanti a noi. Possiamo sempre sbagliare porta e finire peggio di come stiamo.”

La mareggiata, con a seguito fulmini e saette, è la cornice perfetta per ciò che si andrà a creare sotto il tetto della, apparente, allegra famigliola. I sorrisi e gli abbracci iniziali verranno spezzati dal confronto collettivo a cui saranno tutti costretti. I problemi di tutti verranno messi alla mercé e discussi in maniera molto animata, forse anche troppo.  Bugie, tradimenti e sguardi d’amore iniziali si tramuteranno inevitabilmente in sguardi d’odio reciproco.

E via giù tutte le maschere, non c’è scampo per nessuno! I ben quindici protagonisti cominciano a togliere man mano i propri scheletri dall’armadio…problemi di soldi, di noia post matrimonio, di incapacità di amare e di comunicazione.

Emblematica la scena in cui Carlo, figlio di Pietro ed Alba litiga con Ginevra, sua seconda moglie, di una gelosia quasi morbosa nei riguardi della prima moglie (Valeria Solarino) del marito. Il suo personaggio sembra quasi diventare una macchietta, tanto quanto è sopra le righe riuscendo a tramutare una scena drammatica in quasi tragicomica.

Dopo tre giorni di convivenza forzata la tempesta finisce ma l’amore non riesce a trionfare e a salvare la situazione, ciò che porta a riva è solo tanta ed eccessiva disperazione. La finta allegra famiglia del Mulino Bianco, con i loro falsi sorrisi tornano alla loro quotidianità portandosi dietro ciascuno la propria maschera della quali non riusciranno mai a liberarsi.

Probabilmente l’intento di storia di Muccino era anche buono ma in A Casa Tutti Bene diventa vittima della cattiva gestione di questa moltitudine di eventi che circonda l’intera storia anche e soprattutto a causa di una ricercata esasperazione dei toni che rende tutto molto poco credibile nonostante si parli fondamentalmente di storie comuni che accadono e potrebbero accadere a chiunque.

Un film che con somma ironia, considerati i temi che tratta e le storie che racconta, debutterà nei cinema italiani il 14 febbraio, per l’appunto giorno di San Valentino, prodotto dalla LOTUS PRODUCTION RAI CINEMA.


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