I Medici 2: la recensione dei primi due episodi

I MEDICI 2

Sono da oggi disponibili su Rai Play i primi due episodi dell’attesissima seconda stagione de I Medici, ambiziosa serie storica targata Rai. I nuovi episodi andranno in onda su Rai 1 ogni martedì a partire dal 23 ottobre. Questa è la recensione dei primi due episodi.

Dopo l’avvincente storia del meno noto Cosimo, questa nuova stagione si sofferma sulla vita e il lascito di uno dei più grandi italiani di tutti i tempi, Lorenzo De Medici “Il Magnifico”, interpretato dal giovane e semisconosciuto Daniel Sharman. Tante altre le novità nel cast, tra le quali il grande Sean Bean, nel ruolo di Jacopo De Pazzi, acerrimo rivale dei Medici.

TRAMA E CONTESTO STORICO

FIRENZE, 1468: con la morte del padre Piero, il ventenne Lorenzo De Medici si trova a dover prendere le redini della più importante famiglia fiorentina, nonché della maggiore banca europea. In un’Italia divisa in signorie e Stati regionali, tutto è contro Lorenzo, attaccato da nemici interni ed esterni a Firenze. Grazie alla sua incredibile abilità di statista e nonostante un contesto geopolitico difficilissimo, il “Magnifico” riuscirà a portare stabilità in tutta l’area italiana, oltre che elevare Firenze al rango di capitale europea del sapere e della cultura, portando sotto la propria ala protettrice i più grandi artisti della storia umana.

LA RECENSIONE

Seppur non esente da difetti, la prima stagione de I Medici è stata nel complesso un successo. Il pubblico ha seguito infatti con continuità e curiosità un prodotto che è in gran parte riuscito nell’obiettivo di riportare la grande storia italiana in Italia. Una delle qualità della prima stagione è consistita nell’audacia di scegliere personaggi nuovi e poco noti, come Cosimo de Medici, tra i capostipiti della famiglia e ben interpretato da Richard Madden, rimasto come produttore della serie. 

I Medici 2 invece sceglie, anche e soprattutto per esigenze cronologiche, di concentrarsi su un periodo e su un personaggio tra i più noti e studiati di sempre, Il Rinascimento e Lorenzo De Medici, “il Magnifico”. I primi due episodi si concentrano sulla gioventù di Lorenzo, terminata con la morte del padre Piero. Pur mantenendo molti tratti distintivi della prima stagione, queste due nuove puntate si sono contraddistinte per un ritmo più veloce e, per certi versi, più gradevole. La storia scorre con agilità e riesce a non annoiare lo spettatore senza però trascurare il contesto storico. 

I tanti personaggi noti al grande pubblico, come Sandro Botticelli o papa Sisto IV, interpretato da Raoul Bova, vengono introdotti in modo che si possa capire qual è il loro ruolo nella storia di quel periodo. In generale gli attori lavorano bene. Il giovanissimo Daniel Sharman è credibile nel ruolo di Lorenzo, molto più di altri “Magnifici” apparsi in recenti serie tv come Da Vinci’s Demons. Sean Bean è semplicemente spettacolare nel ruolo di uno Jacopo De Pazzi pieno di cattiveria ed espressività. Unica nota stonata, per ora, i due italiani, Alessandra Mastronardi nel ruolo di Madonna Donati, amante di Lorenzo e Filippo Nigro come Luca Soderini, banchiere fiorentino.

La colpa non è tanto dei due attori quanto di un problema che già assillava la precedente stagione e che non è stato risolto in questi nuovi episodi: il doppiaggio mediocre. In Italia ci sono i migliori doppiatori al mondo, ma si sa che gli attori che doppiano loro stessi fanno sempre un gran macello e ancora una volta I Medici è incappata in questo disastro, che toglie un po’ di pathos alla recitazione. 

Un piccolo passo passo indietro, quanto meno nei primi due episodi, è stato fatto con la scenografia, punto d’eccellenza della prima stagione. Nonostante gli ambienti siano più o meno gli stessi, con tantissime esterne e poca computer grafica, la scelta delle inquadrature e delle angolazioni spesso leva tanto alla bellezza degli ambienti e dei paesaggi. Manca una regia di qualità, aspetto in cui da sempre le produzioni storiche italiane sono carenti. 

Più che accettabile per ora, così per la prima stagione, la fedeltà agli eventi storici. I Medici 2 riesce infatti a trasmettere discretamente bene l’essenza dell’epoca in cui Lorenzo si è trovato a vivere ed operare. Ogni tanto sarebbe meglio dare una prospettiva di più ampio respiro sul contesto storico e geografico, ma si è visto molto, molto di peggio.

Non mancano, come sempre in questo caso, le licenze poetiche: 1) Lorenzo De Medici non ha usurpato e tradito il padre Piero per prendere il controllo della banca di famiglia. E’ stato infatti Piero stesso a cedergliela quando le sue condizioni di salute precipitarono; 2) la love story tra la sorella di Lorenzo, Bianca De Medici e Guglielmo De Pazzi non fu affatto clandestina e non si verificò l’effetto Romeo e Giulietta, Montecchi e Capuleti. I due si sposarono proprio su volontà delle rispettive famiglie; 3) Lucrezia Donati non era, come viene menzionato nella serie, una popolana, ma proveniva da una famiglia nobile in difficoltà finanziarie.

Infine, nota di curiosità che speriamo venga svelata nei prossimi episodi, che seguiremo su Universal Movies: dov’è Leonardo Da Vinci, artista prediletto di Lorenzo, sotto il quale lavorò ben 12 anni regalando al mondo immensi capolavori? Lo scopriremo presto. A martedì prossimo!


4 thoughts on “I Medici 2: la recensione dei primi due episodi

  1. Stuart Martin nel ruolo di lorenzo? Ma è Daniel Sharman !
    Capisco possa non esserti piaciuta, ma la critica se deve essere credibile devi almeno sapere i nomi degli attori cavolo!

  2. Buongiorno tra le licenze segnalo anche botticelli, nella prima puntata si dice che orfano e cresciuto con i medici vedete qui sotto cosa dive wikipedia

    Sandro Botticelli nacque a Firenze nel 1445 in via Nuova (oggi Via del Porcellana), ultimo di quattro figli maschi, e crebbe in una famiglia modesta ma non povera, mantenuta dal padre, Mariano di Vanni Filipepi, che faceva il conciatore di pelli ed aveva una sua bottega nel vicino quartiere di Santo Spirito. Numerosi erano infatti nella zona di Santa Maria Novella (dove si trova via del Porcellana) i residenti dediti a tale attività, facilitata dalla prossimità delle acque dell’Arno e del Mugnone[1].

    I primi documenti sull’artista sono costituiti dalle dichiarazioni catastali (dette “portate al Catasto”), vere e proprie denunce dei redditi in cui i capifamiglia erano obbligati a comunicare il loro stato patrimoniale, elencando i propri beni, le rendite e le spese da essi sostenute nel corso dell’anno. In quello di Mariano Filipepi del 1458, troviamo citati i quattro figli maschi Giovanni, Antonio, Simone e Sandro: quest’ultimo, di tredici anni, viene definito “malsano”, con la precisazione che “sta a leggere”, da cui alcuni studiosi hanno voluto desumere un’infanzia malaticcia che avrebbe portato a un carattere introverso, leggibile poi in alcune sue opere dal tono malinconico e assorto[1].

    Il fratello Antonio era orefice di professione (battiloro o ‘battigello’), per cui è molto probabile che il giovane Sandro abbia ricevuto una prima educazione presso la sua bottega da cui gli derivò il soprannome, mentre sarebbe da scartare l’ipotesi di un suo tirocinio avvenuto presso quella di un amico del padre, un certo maestro Botticello, come riferisce il Vasari nelle Vite, dal momento che non esiste alcuna prova documentaria che confermi l’esistenza di questo artigiano attivo in città in quegli anni.

    Il nomignolo pare invece che fosse stato inizialmente attribuito al fratello Giovanni, che di mestiere faceva il sensale del Monte (un funzionario pubblico) e che nella portata al catasto del 1458 veniva vochato Botticello, poi esteso a tutti i membri maschi della famiglia e dunque adottato anche dal pittore[1].

  3. tra l’altro nel cast della syagione non e’ previsto leonardo e vista l’mpostazione su botticelli questo verrebbe confermata la sua non presenza

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