Recensione della prima stagione di SF8, la serie coreana

SF8 Recensione Prima Stagione

SF8 è la serie coreana presentata alla 20° edizione del Trieste Science+Fiction Festival, creata dal regista Min Kyu-Dong. Questa la nostra recensione.

Otto episodi, otto storie differenti che hanno come fattor comune la fantascienza ed il fantastico. Otto racconti di un’ora ciascuno che narrano storie di speranza, di disperazione, di rabbia, d’amore. Di seguito l’elenco dei titoli degli 8 episodi di SF8, ed una breve sinossi:

  1. The Prayer: I tormenti di un robot infermiera nel decidere chi salvare tra i pazienti che ha in cura.
  2. Blink: Una poliziotta scettica sulle potenzialità delle intelligenze artificiali si convince a sottoporsi a un innesto cervello-AI per svolgere le proprie indagini.
  3. Joan’s Galaxy: In un pianeta immerso nelle polveri sottili, la società è divisa in due: chi si può permettere un vaccino che dà un’aspettativa di vita di 100 anni, e chi non può, e a malapena arriva a 30.
  4. Manxin: Una società futura dove tutti credono a ‘Manxin’, un’intelligenza artificiale che vanta di prevedere infallibilmente il futuro di ogni persona.
  5. White Crow: La star del web BJ Juno resta intrappolata in un terrificante mondo parallelo mentre si cimenta in un videogame VR in diretta streaming.
  6. Love Virtually: Un uomo e una donna si incontrano nella realtà virtuale, in una quotidianità dove reale e virtuale si mescolano impercettibilmente.
  7. Baby It’s Over Outside: Un ragazzo e una ragazza vivono la loro storia d’amore mentre la Terra è sull’orlo della distruzione a causa di una cometa.
  8. Empty Body: Una madre fa rivivere il figlio, morto in un incidente stradale, combinando parte del suo cervello con un’intelligenza artificiale.

La prima cosa che sentirete quando si parla di SF8, è che si tratta della versione coreana di Black Mirror, ma questa definizione è quanto di più errato si possa dare alla raccolta Sci-Fi ideata e curata da Min Kyu-Dong.

La serie asiatica ha tutta un’altra impronta ed un diverso approccio alla fantascienza. Anzitutto non tenta di stupire lo spettatore con effetti speciali in stile hollywoodiano o con una voluta provocazione visiva e morale. L’unico parallelismo che può essere azzardato è quello di avere episodi scollegati tra di loro.

SF8 prende spunto da alcuni romanzi cari a Min Kyu-Dong e, salvo dare alcune linee guida ai registi selezionati, lascia che siano gli stessi filmmaker a decidere come strutturare ogni episodio. Ogni personaggio è ben costruito ed alcune storie funzionano veramente bene. Buona la scelta di assicurarsi degli sceneggiatori abituati al mondo delle tv series, il lavoro fatto è apprezzabile e ben riuscito.

Risultato importante la scelta di non fossilizzarsi su schemi antiquati dei racconti di fantascienza, libero spazio quindi a protagonisti non necessariamente appartenenti ad un unico genere ed a storie, spesso volutamente esasperate per cercare di stimolare nello spettatore un nuovo modo di vedere i prodotti Sci-Fi.

C’è da tenere presente che, in ogni caso, il budget messo a disposizione non è altissimo ed ancora più importante, quindi, il risultato di insieme raggiunto da SF8.

Un’ultima nota importante è che, visto il successo ottenuto da SF8, almeno due di queste storie (The Prayer e Empty Body) otterranno in futuro un adattamento cinematografico.

Classificazione: 4 su 5.


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