Presentata pochi giorni fa, The Residence è diventata fin da subito una delle serie TV targate Netflix più viste in assoluto. Questa è la nostra recensione.
The Residence è una serie creata da Paul William Davies, che ne è anche lo showrunner e sceneggiatore di tutti gli episodi. La regia è affidata a Liza Johnson per i primi quattro episodi e a Jaffar Mahmood per i restanti. Prodotto da Shondaland, il team di Shonda Rhimes e Betsy Beers, il progetto si ispira al libro The Residence: Inside the Private World of the White House di Kate Andersen Brower.
Durante una cena di stato alla Casa Bianca, viene rinvenuto il cadavere del Chief Usher A. B. Wynter (Giancarlo Esposito). A indagare sul caso viene chiamata la brillante detective Cordelia Cupp (Uzo Aduba), che porterà scompiglio nella residenza del Presidente degli Stati Uniti (Paul Fitzgerald). Cordelia, nonostante la diffidenza dello staff presidenziale, si rivela fin da subito una paziente e attenta osservatrice dell’ambiente e dei personaggi che lo popolano.
La detective utilizza una tecnica di indagine particolare, che la porta a non considerare i sospettati come tali, ma piuttosto come interessanti narratori degli eventi. A farle da spalla nelle indagini si ritrova, suo malgrado, l’agente speciale dell’FBI Edwin Park (Randall Park). Wynter è stato assassinato o si è trattato di un suicidio? Non vi resta che seguire Cordelia Cupp nelle sue indagini per svelare l’intricato mistero.
The Residence | Commento
Non sempre un cast stellare garantisce un prodotto divertente e capace di coinvolgere lo spettatore dal primo all’ultimo minuto. Un esempio lampante è The Electric State, che vanta tra i protagonisti tra l’altro anche Giancarlo Esposito ma che, nonostante un budget notevole, si ferma a un livello appena sufficiente. The Residence, invece, è geniale sin dalle prime battute: originale e interessante, riesce a catturare anche lo spettatore più distratto.
L’idea di base strizza l’occhio a “Cluedo” e ai classici mystery della TV degli anni ’70 e ’80, come “Ellery Queen”, “Colombo” e “La signora in giallo”, ma possiede un’anima propria, perfettamente sviluppata e portata sullo schermo dalla coppia di registi Liza Johnson e Jaffar Mahmood.
Il gioco creato dagli improbabili interrogatori messi in atto da Cordelia Cupp permette di ricostruire, tramite mirati flashback, l’intera vicenda fino allo “spiegone” finale in pieno stile Poirot.
Come dicevamo, il cast fa la differenza: l’elenco di attori importanti è lungo e ciascuno dà vita a personaggi bizzarri, mai privi di scheletri nell’armadio. Fino all’ultima scena è difficile comprendere la sequenza di eventi che ha portato alla “scena del crimine” scoperta dalla detective al suo arrivo.
La narrazione segue uno schema logico ben definito, con i sospettati che a rotazione salgono in cima alla lista per poi tornare nell’ombra, il tutto incorniciato da una splendida ricostruzione degli ambienti della Casa Bianca, che si alternano nei cambi di scena con uno stile reminiscente delle commedie statunitensi anni ’60. Degni di nota.
Con The Residence non ci si annoia mai: persino qualche filler, utile a esplorare lo stato d’animo dei personaggi, non rallenta la narrazione.
In definitiva, The Residence è una serie TV da non perdere, che si permette di regalare anche un cameo di Kylie Minogue e Hugh Jackman. O forse no?