Dopo la pausa natalizia, Star Trek: Discovery torna su Netflix con un nuovo episodio intitolato Vostro Malgrado. La regia è di un grandissimo, un simbolo di oltre trent’anni di Star Trek, il Numero Uno, Jonathan Frakes.
Oltre che apprezzatissimo interprete nei panni del Comandante Riker, Frakes ha diretto in passato bellissimi episodi e il miglior film Star Trek mai realizzato, Primo Contatto. Non casualmente questa puntata di Discovery, ambientata nel mitico Universo Parallelo, profuma meravigliosamente di autentico Star Trek e riesce quasi a raggiungere i livelli celestiali dei migliori episodi di Next Generation o Deep Space Nine.
ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER
C’è davvero tantissimo di Jonathan Frakes e della sua immensa comprensione del mondo di Star Trek in questa decima puntata. Già i primi minuti, quelli che precedono l’orrenda sigla iniziale e che svelano l’arrivo della U.S.S. Discovery nell’Universo Parallelo, sono ricchi di adrenalina e suspense. L’approccio utilizzato da Frakes ricorda molto l’inizio del leggendario episodio di TNG, “L’Enterprise del Passato”.
Altro aspetto che mi ha colpito di questo decimo capitolo, anch’esso intuibile sin dall’inizio, è il ritorno della grande ironia trekkiana. Sino ad ora una delle maggiori mancanze di Discovery, era proprio rappresentato da quel sottile ma divertente senso dell’humour che ha accompagnato mezzo secolo di Star Trek. Invece in “Vostro Malgrado“ la storia riesce ad essere seria ed interessante, lasciando però spazio a momenti di genuina ilarità. Mi riferisco in particolare alla eccezionale caratterizzazione dei “cattivi” dell’Impero Terrestre, padroni incontrastati dell’Universo Parallelo. Costoro, come sanno i fan di vecchia data, rappresentano l’opposto, il negativo della Federazione. Una potenza autoritaria, xenofoba e sanguinaria che di tanto in tanto è apparsa in alcuni episodi delle varie serie Star Trek. Ogni personaggio, in queste puntate, ha un suo alter-ego negativo tra le fila dell’Impero Terrestre.
In questo episodio profondo ed emozionante, ma che sa concedersi ogni tanto una sana risata, ho visto un Capitano Lorca esaltante. Sapientemente guidato da Jonathan Frakes, l’attore Jason Isaacs ha veramente bucato lo schermo con un’interpretazione a cavallo tra il drammatico e l’ironico, alla Capitano Kirk. Molto bene anche Sylvia Tilly, trasformatasi temporaneamente da logorroico ed inesperto cadetto a brutale ed autoritario capitano di una nave dell’Impero Terrestre.
Inoltre, incredibilmente, ho notato qualche segnale di vita anche in quello che ritengo uno dei personaggi più noiosi ed insulsi, il tenente Ash Tyler. Per merito di una grande regia e di un’ottima scrittura, questo episodio è infatti riuscito a rendere quasi interessanti le vicende di un “character” recitato piuttosto male. Il fatto che Tyler, a sua insaputa, sia diventato una sorta di sabotatore klingon ha aggiunto una interessante variabile alla trama principale. A questo proposito, è stata molto intensa la scena in infermeria, nella quale il tenente sembrerebbe (ma io ci credo poco) aver ucciso il Dottor Culber. Non che il dottore della Discovery sia un personaggio imprescindibile, tutt’altro, ma a mio modesto avviso qualche strano tecno-espediente lo riporterà in vita.
Infine, in un paragrafo dedicato quasi esclusivamente ai Trekkers più accaniti, vorrei parlare un attimo della questione dell’Universo Parallelo. Devo dire che, nel 2018, con tutto quello che è successo negli ultimi quindici anni nel mondo delle Serie TV e della fantascienza nello specifico, vedere ancora il mitico stemma dell’Impero Terrestre, inventato più di cinquant’anni fa’, mi ha davvero emozionato. Ho provato un senso di profondo amarcord, di legame con gli Star Trek del passato, sentimento per il quale ringrazio gli sceneggiatori ed i produttori. E’ stata una scelta coraggiosa, non facile da capire per i neofiti, ma che in passato ha prodotto alcuni tra i più straordinari episodi nella storia di Star Trek. Da come termina la puntata, mi sembra di intuire che tale scelta durerà almeno un altro paio di episodi, se non di più.
Non so voi ma io, per la prima volta da quando è iniziato Star Trek: Discovery, non vedo letteralmente l’ora che arrivi lunedì prossimo. Si sono aperte così tante storie, mondi, possibilità, da voler saltare direttamente al 15 gennaio con un balzo temporale. La speranza è che il ponte di comando, almeno per qualche altro episodio, venga lasciato ancora a lui, il Numero Uno, Jonathan Frakes.
“NUMERO UNO, ROTTA 015 – 118, CURVATURA NOVE. ATTIVARE!”
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