La Prima Pietra, la recensione del film di Rolando Rovello

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La Prima Pietra è la nuova commedia made in Italy di Rolando Ravello, con la partecipazione di Corrado Guzzanti e Kasia Smutniak. Questa è la nostra recensione.

Il preside Ottaviani, dirigente di una scuola elementare, sta organizzando la recita di Natale, tre giorni prima del lieto giorno. Accade però un fatto inaspettato, che farà tardare gli ultimi preparativi e solleverà una serie di riflessioni sul senso di appartenenza e di inclusione: il lancio di una pietra da parte di un bambino musulmano durante l’ora di ricreazione. 

RECENSIONE

Il lancio di una pietra, una recita scolastica in occasione del Natale e due culture a confronto sono i grandi temi della nuova commedia di Rolando Ravello, al suo terzo film come regista e sceneggiatore. L’attore-regista dimostra di saper congiungere l’analisi sociologica con la comicità senza scadere nel banale, e anche in La Prima Pietra unisce con sapente abilità il genere comico con tematiche sociali attuali e scottanti.

Partendo da un badget molto ridotto, il film La prima Pietra si sviluppa nell’arco temporale di una giornata, all’interno delle mura di una scuola elementare. I personaggi sono sei, tutti necessari e ognuno con un compito ben preciso nel portare avanti la storia: un film modesto, ma che nella sua semplicità crea un racconto ricco, che ci fa ridere ma anche riflettere.

Maestro indiscusso e protagonista del film è Corrado Guzzanti, che torna al cinema con un ruolo principale nei panni di un preside che deve gestire i pochi fondi della struttura scolastica che dirige e con il grande sogno di orchestrare una recita, anzi “musical” come tiene a precisare,  i cui attori sono i suoi piccoli studenti. Ma il gesto involontario di un bambino manda all’aria i suoi piani e lo obbligherà a indossare i panni non di regista di un musical, ma del moderatore di un dibattito socio-culturale. Nato come attore di teatro Guzzanti sorregge, come il mitologico Atlante, l’intero film catturando la nostra attenzione.

Il resto del cast che Ravello dirige è formato da comparse la cui personalità e funzione è ben delineata: Lucia Mascino interpreta la maestra dell’aspirante lanciatore, la cui anima è indissolubilmente legata a quella di un alce del Polo Nord; Valerio Aprea, che insieme a Iaia Forte sono la coppia di bidelli vittime del colpo di pietra. Infine Kasia Smutniak con Serra Yilmaz sono rispettivamente la mamma e la nonna del piccolo Saimr. Quest’ultimo duo merita un commento più che positivo, sia per quanto riguarda la partecipazione nel film di Ravello, la cui complicità si legge dagli sguardi, sia per le precedenti apparizioni in altri contesti. Kasia Smutniak dimostra di essere un’attrice poliedrica, capace di adattarsi ai vari ruoli che interpreta e facendo sua l’anima del personaggio.

Come la biblica frase “chi è senza peccato scagli la prima pietra” ci consiglia di non giudicare, così il film di Rolando Ravello ci invita a riflettere sul mondo attuale, fatto di pregiudizi, superficialità e paura verso ciò che non comprendiamo.




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One thought on “La Prima Pietra, la recensione del film di Rolando Rovello

  1. La comicita’ nasce dal ridicolizzare le insegnanti,il dirigente,il personale ausiliario,senza considerare le difficolta’ e le abnegazioni.La figura del direttore che scende a patti con i bambini,calpestando qualsiasi teoria psicopedagogica.Assolutamente da dimenticare.

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