Secret Team 355: recensione del nuovo film di Simon Kinberg

Secret Team 355 recensione

È inutile negarlo: il trailer di un film può facilmente ingannare, e quello di Secret Team 355 di Simon Kinberg ci ha provato con convinzione (lo trovate qui).

Montaggio studiato per far credere di assistere a un capolavoro, musiche ad effetto, ritmo incalzante, l’illusione di poter assistere a qualcosa di originale e nuovo. Di promesse disilluse e altre problematiche è infarcito Secret Team 355, il nuovo film di Simon Kinberg, già regista di X-Men – Dark Phoenix e sceneggiatore, tra gli altri, di Mr. & Mrs. Smith.

In questo suo secondo lavoro alla macchina da presa, Kinberg si assicura grandi nomi del cinema contemporaneo: da Jessica Chastain a Sebastian Stan (di recente su Disney+ con Fresh), da Lupita Nyong’o a Penélope Cruz, ma purtroppo un buon cast non è sinonimo di qualità.

Andiamo con ordine e partiamo dalla trama: Secret Team 355 ha una costruzione semplice: un gruppo di agenti speciali afferenti a diverse agenzie di intelligence internazionali, tutte donne, hanno il compito di recuperare un’arma informatica potenzialmente letale.

Un cyberthriller, quindi, che fa leva su uno dei rischi più concreti collegati allo sviluppo di nuove tecnologie: essere attaccati da qualcosa di intangibile, di difficile individuazione e quasi impossibile da sventare. Tutto molto credibile. I presupposti per assistere a uno spy movie fresco e coinvolgente, anche e soprattutto per il cast, paiono esserci, peccato che la resa non risponda alle aspettative.

Nonostante si tratti di una pellicola che nelle intenzioni vuole essere di empowerment femminile, Secret Team 355 ricade in una serie sconfinata di stereotipi, donando un sapore stantio a un thriller d’azione incentrato non sulle agenti o sulla loro missione, bensì sul loro rapporto con gli uomini.

Se Marie dell’agenzia tedesca è risoluta e dura, e viene descritta come una donna con questioni irrisolte con la figura paterna, Mason “Mace” Browne (Jessica Chastain) è tradita e ingannata dal suo collega e compagno Nick (Sebastian Stan) e, benché più della metà della pellicola è incentrata su di lei, non riesce a reggere la sfida, rimanendo soggiogata da battute scadenti e prive di complessità.

A far storcere il naso però è principalmente il costante richiamo a certe dinamiche trite e ritrite, alla Casino Royale o Mission: Impossible per intenderci, l’inesistenza di approfondimenti psicologici reali (i dialoghi contribuiscono a mantenere tutto su un piano decisamente superficiale), il dipingere donne agenti speciali come macchiette o caricature dei colleghi uomini, troppo impegnate a scambiarsi frasi su vestiti e fidanzati per diventare memorabili.

Simon Kinberg non è riuscito a dar forma a un universo fuori dai canoni. Secret Team 355 è un esperimento fallito, una passerella di talenti mortificati che avrebbero meritato di più. Per farvi un’idea vostra scevra da condizionamenti, guardate la clip in basso:

Secret Team 355
Secret Team 355 recensione

Regista: Simon Kinberg

Data di creazione: 2022-06-22 00:17

Valutazione dell'editor
2.5

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