Yara è il nuovo film tratto da un fatto di cronaca reale, fruibile tramite la piattaforma streaming Netflix. Con la regia a cura di Marco Tullio Giordana, il cast vede la presenza di Isabella Ragonese nei panni della PM Ruggeri, e Chiara Bono come Yara Gambirasio. Questa è la recensione.
LA STORIA
Yara Gambirasio è una ginnasta 13enne che il 26 novembre 2010, di ritorno dalla palestra che frequentava, sparisce nel nulla. La famiglia preoccupata allerta i carabinieri e da qui partono le indagini, i sospetti, un arresto sbagliato e un caso mediatico di proporzioni astronomiche. Tre mesi dopo la scomparsa arriva la svolta macabra del ritrovamento del corpo della piccola abbandonato in un campo. Da quel momento i riflettori mediatici accentuano la pressione su quella che è stata definita l’indagine su larga scala mai fatta in Italia.
REGIA E SCENEGGIATURA
Il caso di scomparsa e omicidio narrato in Yara è uno dei più famosi, dolorosi e macabri avvenuti in Italia negli ultimi vent’anni. Il film non si propone di rivisitare o rielaborare, esso infatti è una riproduzione puntuale dei fatti accaduti e già molto noti all’opinione pubblica. La sceneggiatura, più che girare intorno alla triste storia della vittima (Chiara Bono), si concentra sulla figura della Pm Ruggieri (Isabella Ragonese), rappresentata qui come una persona su cui pesano i pregiudizi di essere donna, madre, amante delle moto e che usa la box come valvola di sfogo. Queste caratteristiche, a nostro avviso, danno un effetto ridondante, ma non solo, perchè vanno a togliere spazio e tempo ad approfondimenti che una vicenda così tragica avrebbe meritato.
La ricerca di compostezza e di delicatezza da parte di Giordana comporta un “non voler osare” che trasforma una pellicola dalle buone potenzialità a freddo e sbiadito ritratto di una storia ancora fresca nelle memorie di molti.
A mancare in Yara è il contradditorio, quel racconto degli errori veri o presunti commessi dalla magistratura, la quale viene dipinta come tutto sommato inappuntabile, “colpevole” solo di un primo arresto sbagliato. Nel racconto degli eventi, inoltre, non viene dato peso a quel senso di morbosità messo in atto da una parte dei giornalisti impegnato nel caso, e neppure i momenti post-processo riescono a destare il giusto interesse nello spettatore, costretto a tal proposito ad accontentarsi superficiali e lapidari dibattimenti e frasi d’effetto presenti nei titoli di coda.
CAST E CONCLUSIONE
Il cast non risulta particolarmente ispirato. Spesso si fatica ad immedesimarsi con i personaggi, se non con la figura di Yara (interpretata come detto da Chiara Bono), ma anche in questo caso non è ben chiaro se perché conoscendo la storia ci si lascia coinvolgere o se sia merito della piccola attrice.
A nostro avviso, nonostante la presenza nella top 10 di Netflix, Yara non sarà ricordato per tanto tempo, è questo fondamentalmente per una quasi totale assenza di emozioni di qualsiasi tipo nei confronti di nessuno. Il film è in definitiva un freddo racconto dei fatti, privo di quei guizzi registici che forse ci si aspettava da un regista quali Marco Tullio Giordana.
RECENSIONE CONSIGLIATA
Yara

Regista: Marco Tullio Giordana
Data di creazione: 2021-11-10 00:30
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