[TFF34] La recensione di La jetée, il film diretto da Chris Marker

Nell’ultima edizione del Torino Film Festival, numero 34, nella sezione Cose che verranno, abbiamo potuto vedere e, per alcuni, rivedere, un capolavoro del cinema classico e sperimentale: La jetèe, cortometraggio diretto nel 1962 da Chris Marker e che ha ispirato il capolavoro L’esercito delle 12 scimmie.

In un futuro prossimo devastato dalla terza guerra mondiale e contaminato dalle radiazioni, un uomo viene sottoposto a esperimenti dagli scienziati che cercano una via di uscita al disastro attraverso il tempo. “Foto-romanzo” teorico e dolente, nel quale i fotogrammi fissi sono accompagnati da una voce narrante, si aprono falle tra i diversi strati temporali e la memoria diventa la vita.

Difatti, il film utilizza un nuovo linguaggio filmico, appunto il foto-romanzo, per definizione dello stesso regista. Un’idea innovativa e sperimentale che, a mia memoria, è stata utilizzata pochissimo al cinema. Il film è un cortometraggio, dura appena 28 minuti, intensi e appassionanti, in un bellissimo bianco e nero.

Il regista, Chris Marker, è stato anche montatore, direttore della fotografia, produttore cinematografico e ottimo fotografo. E’ stato un grande innovatore e sperimentatore di tecniche audaci e originali. Da recuperare anche il suo suggestivo lungometraggio Sans soleil.

Il film è un vero capolavoro. Intenso, spiazzante, le foto sono bellissime e il racconto molto suggestivo, in assoluto un must-see per ogni appasionato di cinema. Sicuramente il mezzo espressivo va bene per un cortometraggio, probabilmente un film di lunghezza normale ne risentirebbe.

Da vedere e confrontare con L’esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam, per vedere punti di contatto e differenze.

Voto: 8

Ecco il trailer del film:

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