Ideata da Jon Watts e Christopher Ford per Lucasfilm, “Star Wars: Skeleton Crew” è l’ultima serie televisiva appartenente all’universo di Guerre Stellari.
Le otto puntate che costituiscono la prima stagione, distribuite tramite la piattaforma Disney+ a partire da inizio dicembre 2024 sino ad arrivare alla metà di gennaio 2025, hanno per protagonista un gruppo di ragazzini che – durante una giornata come le altre trascorsa sul loro pianeta natale – scoprono una astronave dimenticata. Da lì i giovani – uno dei quali abbraccia il sogno di diventare cavaliere Jedi – si troveranno catapultati in una serie incredibile di avventure.
“Skeleton Crew” ha un pregio: la capacità di utilizzare stilemi e topos caratteristici di un certo cinema del passato e di metterli al servizio della cosmogonia iniziata da George Lucas col primo film del 1977. Un po’ come “The Mandalorian”, che resta secondo il parere di chi scrive la migliore tra le serie Disney+ legate a Star Wars, s’immetteva nel solco tracciato dai western, “Skeleton Crew” mescola sapientemente temi cardine del cinema d’avventura e fantastico per ragazzi (“I goonies”, “Explorers”, “Holes – buchi nel deserto”) con tratti distintivi, costrutti e ritmi dei film pirateschi e della space opera piratesca (“Il pianeta del tesoro” sempre targato Walt Disney). Quest’ultimo aspetto è incarnato dal personaggio di Jod Na Nawood (interpretato da Jude Law), uomo d’azione e di pensiero in grado di utilizzare l’energia mistica della Forza.
Ma non è tutto oro quel che luccica. Il meccanismo di “Skeleton Crew”, ineccepibile nelle premesse e nella costruzione del contesto e del fondale, talvolta s’inceppa e gli sviluppi narrativi si susseguono senza troppo mordente e, a tratti, un po’ trascinati. Lo scorrimento delle puntate zoppica e la scrittura pare incespicarsi e tergiversare su passaggi superflui e non necessari, lasciando allo spettatore la sensazione di trovarsi davanti a un prodotto che – prosciugato delle virgole e degli spazi e degli abbellimenti – avrebbe potuto essere un film anziché una serie di 8 puntate (ciascuna di una durata di 30-50 minuti).
Le interpretazioni restano al livello del mestiere, ad eccezione di un ottimo Jude Law che riesce – nel corso degli episodi e con l’aiuto di una buona scrittura che approfondisce la psicologia del personaggio – a dar vita a un Jod pieno di contraddizioni e degno protagonista di una fetta dell’universo di Star Wars. Dal punto di vista tecnico, come per ogni serie appartenente alla suddetta cosmogonia, siamo in ottime mani.
In conclusione, possiamo dire che “Star Wars: Skeleton Crew” sia una buona serie d’intrattenimento che strizza l’occhio ai nostalgici di un certo cinema e che, nonostante una serie di problematiche e difetti, riesce a non sfigurare e ad elevarsi rispetto a una media qualitativa (ormai bassa) caratteristica delle produzioni seriali di Guerre Stellari.
Skeleton Crew | Recensione della serie Star Wars

Regista: Jon Watts e Christopher Ford
Data di creazione: 2025-01-16 10:05
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