[RomaFF11] La recensione di Captain Fantastic, il film di Matt Ross

Alice nella città, in collaborazione con Festa del Cinema di Roma, presenta oggi all’Auditorium la storia di quel Captain Fantastic che ha appassionato il pubblico del Sundance Festival ed ha permesso al regista Matt Ross di trionfare all’ultimo Festival di Cannes.

captain fantastic recensioneMatt Ross porta sullo schermo un padre fuori dal comune che decide di crescere i propri figli lontano dai capitalistici centri urbani, li forma a diventare degli adulti autosufficienti ed unici come i nomi che ognuno di loro porta.

Ben Cash (Viggo Mortesen) decide con sua moglie Leslie (Trin Miller) di crescere la propria famiglia in mezzo al verde, rendendola autonoma da tutti i meccanismi contrastanti del capitalismo, i ragazzi studiano in maniera approfondita filosofia, politica, in modo da diventare degli uomini e delle donne con ampie capacità di comprensione ed un idealismo ben radicalizzato. Una grave forma di bipolarismo porta alla morte la giovane Leslie, la sua famiglia così intraprende una missione di salvataggio nei confronti della sua salma che, per volere dei nonni cristiani, riceve inizialmente tutti i riti funebri della loro religione contrastandosi così dal volere originario della figlia.

Non sarà facile per la famiglia Cash adattarsi agli standard della vita reale, la loro missione viene prima di tutto, proprio per questo Ben decide di affrontare la famiglia della moglie che non ha mai accettato la vita hippie di Leslie.

recensione captain fantasticPer i ragazzi Cash la loro vita é normale, non comprendono all’inizio che la loro educazione é fuori dagli standard che la civiltà attuale detta, non vanno ad una scuola, quello che sanno lo imparano dai libri assegnati dal padre Ben che li sprona ad esternare ogni loro pensiero e ad argomentare quello che stanno apprendendo. Qualcosa inizia a vacillare però quando il figlio maggiore Bo (George MacKay) riceve le lettere d’ammissione ai più prestigiosi college statunitensi, ed inizia ad accusare il padre di averlo reso uno “strambo” agli occhi altrui, di non riuscire ad avere un approccio normale con le ragazze della sua età.

E se la scelta di Ben e Leslie fosse stata del tutto sbagliata portandolo ad aver rovinato la vita dei propri figli vissuti nell’isolamento, tanto che i più piccoli Nai (Charlie Shorwell) e Zaja (Shree Crooks) non avevano mai conosciuto i propri nonni prima dell’incontro al funerale della madre? E’ questo è il quesito che si pone il Capitano della famiglia quando deve decidere cosa é meglio per il loro futuro.

“Captain Fantastic” pone al centro dell’attenzione del pubblico il dramma di ogni genitore che deve essere in grado di offrire un’educazione adeguata ai propri figli, ma soprattutto che risulti anche la più giusta per il proprio futuro, e coi tempi che corrono non sempre risulta essere la più efficace. Basti pensare a quando Ben interroga i due nipoti adolescenti Justin (Elijah Stevenson) e Jackson (Teddy Van Ee), i quali non riescono a rispondere al suo quesito, mentre sua figlia di soli 8 anni é in grado non solo di rispondere, ma anche di articolare la propria risposta.

La storia scritta dallo stesso regista prende spunto dalla propria infanzia trascorsa all’interno delle comunità tra la California settentrionale e l’Oregon, ben lontano dalle tecnologie con cui crescevano i suoi coetanei; la sua esperienza di vita é riportata nella crisi esistenziale di Bo che si trova in un punto cruciale della vita in cui si sente attratto dall’altro sesso, ma non sa come muoversi, come instaurare una conversazione senza sembrare eccessivamente strano.

recensione captain fantasticViggo Mortensen porta in scena il dramma di un padre, ma allo stesso la sua forza quotidiana, nel crescere 6 figli in mezzo al verde, li addestra come se fossero dei piccoli soldatini insegnando loro a come uccidere la selvaggina utile sia come alimentazione sia come mezzo per crearsi degli abiti, ognuno di loro dal più grande al più piccolo é in grado di scalare una montagna e sapersi difendersi con il proprio corpo, non solo con le armi che gli regala. La director casting Jeanne McCarthny ha fatto un ottimo lavoro nella scelta degli interpreti giovani, scegliendo sei attori di enorme talento che esprimono ognuno un grande carisma. Da Bodevan (George MacKay) a Vespyr  (Annalise Basso) e Kielyr (Samantha Isler) fino ai più piccoli Nai (Charlie Shorwell) e Zaja (Shree Crooks), con un occhio particolare a Rellian (Nicholas Hamilton), il primo a mostrare segni di totale insofferenza e a mettere in discussione le scelte del padre, preferendogli inizialmente l’accogliente e maestosa casa dei nonni. Non solo dialoghi forti ma anche sguardi d’intesa che trasmettono allo spettatore quell’unicità su cui si fonda la famiglia, il cui affetto viene completamente esternato nella missione di salvataggio e nella “liberazione” delle ceneri della madre, e nel canto corale durante la sua cremazione sulle note di “Sweet  Child O’Mine”.

 

Il nostro parere: 7

“Captain Fantastic” é una storia estrema, ma totalmente attuale per chi affronta l’essere genitore ai giorni nostri, e si deve chiedere come poter crescere i propri figli nella normalità e come essa possa essere rappresentata giustamente. Interpretazioni toccanti e sincere che rendono la narrazione speciale, deliziata dalle musiche di  Alex Somers.

 

“Captain Fantastic” di Matt Ross con Viggo Mortesen uscirà nelle sale italiane il 1 dicembre, distribuito da Good Films.

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