Recensione di Zone 414, lo sci-fi indipendente con Guy Pearce e Matilda Lutz

Abbiamo visto Zone 414, il thriller fantascientifico con Guy Pearce e Matilda Lutz tra i protagonisti principali, questa la recensione.

Il film è stato diretto da Andrew Baird su una sceneggiatura scritta da Bryan Edward Hill. Nel cast, oltre a Guy Pearce e Matilda Lutz, trovano spazio Jonathan Aris, Travis Fimmel, Jóhannes Haukur Jóhannesson, Olwen Fouéré, Colin Salmon, Antonia Campbell-Hughes, Jorin Cooke e Holly Demaine.

Ambientato in un futuro abbastanza prossimo, Zone 414 segue le vicende dell’investigatore privato David Carmichael (Guy Pearce), il quale è impegnato nella ricerca di una ragazza scomparsa, figlia del creatore della Zona 414 (Travis Fimmel), una colonia di umanoidi chiamata anche “la città dei robot”. Nella ricerca della ragazza David fa squadra con Jane (Matilda Lutz), un androide dalle sembianze femminili altamente avanzato che, a differenza degli altri umanoidi, è dotato di intelligenza, sensazioni e sentimenti umani.

SCENEGGIATURA E ASPETTO TECNICO

Innanzitutto dobbiamo dire che il film diretto da Andrew Baird, trattandosi di una produzione indipendente, non ha potuto contare su un budget molto alto, ciononostante, visivamente parlando, non sembra aver sofferto per le poche risorse finanziarie di cui ha potuto disporre. La fotografia e le ambientazioni sono molto curate, gli effetti speciali abbastanza semplici risultano di buona fattura ed efficaci, buona la colonna sonora curata da Benjamin Stefanski – in arte Raffertie – che, anche se minimale, ben si adatta al contesto del film. La trama non brilla certo di originalità, ma la narrazione è abbastanza fluida e scorre con un buon ritmo, senza evidenti buchi nella sceneggiatura.

Una cosa che salta subito agli occhi dello spettatore è la sicura ispirazione di Zone 414 al cult fantascientifico Blade Runner di Ridley Scott, soprattutto nelle riprese esterne in cui predonominano atmosfere uggiose e nebbiose, nell’uso delle luci e nei costumi. Come per la pellicola fonte di ispirazione, Zone 414 è una fusione tra un thriller dalle atmosfere noir e la fantascienza, anche se non si avvicina neanche lontanamente all’intensità e all’altezza del cult di Ridley Scott.

REGIA E CAST

Andrew Baird, pur essendo alla prima esperienza nella direzione di un lungometraggio, riesce sufficientemente a districarsi in questo contesto attraverso una regia “di maniera”, di sicuro poco frizzante e non molto coraggiosa. le prestazioni di Guy Pearce nelle vesti dell’investigatore David Carmichael sono più che discrete, buone anche quelle dell’affascinanate Matilda Lutz che presta il suo volto all’androide senziente Jane. Un po’ stereotipato e poco credibile nell’aspetto appare invece il personaggio impersonato da Travis Fimmel.

CONCLUSIONE

Zone 414 non è certo un capolavoro ma, in considerazione anche del fatto che ha potuto contare su un budget molto limitato, possiamo considerarlo come un discreto prodotto, dalla trama abbastanza ben confezionata e narrato con gusto.

Zone 414 è ora disponibile per il noleggio su YOUTUBE.


Zone 414
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Regista: Andrew Baird

Data di creazione: 2021-10-23 20:49

Valutazione dell'editor
2.5

2 commenti a “Recensione di Zone 414, lo sci-fi indipendente con Guy Pearce e Matilda Lutz

  1. “ispirato” a Blade Runner è un eufemismo… Per il momento ho visto solo il trailer, certamente lo guarderò ma per noi che abbiamo visto “l’originale” come direbbe Califano “tutto il resto è noia” 😄

    1. Caro Alessandro,
      perdonami se non concordo con te sul fatto che “ispirato a Blade Runner è un eufemismo”, perché l’ispirazione al cult di Ridley Scott in Zone 414 è evidente. Del resto “trarre ispirazione” non vuol dire automaticamente “eguagliare” e qui mi autocito: “Come per la pellicola fonte di ispirazione, Zone 414 è una fusione tra un thriller dalle atmosfere noir e la fantascienza, anche se non si avvicina neanche lontanamente all’intensità e all’altezza del cult di Ridley Scott.
      Comunque mi farebbe piacere leggere un tuo commento dopo che avrai visto l’intero film.
      Ciao e a presto.

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