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Recensione Vice – L’uomo nell’ombra, il film con Christian Bale

E’ appena sbarcato nelle sale italiane Vice – L’uomo nell’ombra, film diretto da Adam McKay, ed interpretato da Christian Bale. Questa è la nostra recensione.

Il film, candidato a 6 Golden Globe, racconta l’ascesa politica di Dick Cheney, vice presidente degli Stati Uniti durante l’amministrazione di George W. Bush, dal 2000 al 2008.

Dick Cheney è un uomo taciturno, un figlio della provincia americana che in gioventù ha mostrato poche ambizioni e tante problematiche. La conoscenza della futura moglie, Lynne, lo cambierà per sempre. In vent’anni, partendo dal nulla, diventerà il politico più influente di Washington, arrivando alla vice presidenza degli Stati Uniti e controllando il mondo nell’ombra, dalla stanza dei bottoni, mandando avanti gli altri mentre lui gestisce il vero potere.

LA RECENSIONE

Di film, serie tv e documentari sulla controversa presidenza di George W. Bush ce ne sono a bizzeffe: il recente W. di Oliver Stone, il più datato Fahrenheit 9/11 di Michael Moore e chi più ne ha, più ne metta. Nessuno però, prima di Adam McKay, aveva pensato di fare un film sul vero uomo al comando della nave, il Vice Presidente Dick Cheney.

Vice è un prodotto di altissimo livello, un film come se ne vedono pochi in quest’era di crisi del grande schermo, stritolato dalla concorrenza delle serie tv. Nelle oltre due ore di proiezione, Vice riesce nella titanica impresa di non annoiare mai, pur trattando tematiche difficili, controverse e ancora oggi molto discusse, raccontate attraverso la vita di Cheney, il protagonista che più di tutti ha influenzato tali vicende, interpretato in maniera sublime da uno straordinario Christian Bale.

L’11 settembre, la guerra in Iraq, il riscaldamento climatico, il controllo delle armi, tutto passa attraverso la mente tanto geniale quanto controversa di Dick Cheney che, come mostrato in maniera assai convincente nel film, decide in pochi attimi le vite di milioni di persone. Ad aiutarlo una protagonista femminile di raro spessore, la moglie Lynne, impersonata da una fantastica Amy Adams.

Ne esce fuori un quadro dell’uomo politico piuttosto cupo, ma non esclusivamente negativo. Nonostante il film sia apertamente anti Bush/Cheney e anti repubblicano, è da apprezzare la meticolosità nel racconto degli eventi storici, aspetto che permette a Vice di non scadere nella mera propaganda politica.

Comunque la si pensi, la qualità di questo film è indubbia e in alcune scene in particolare, come quelle del colloquio tra Dick Cheney e George Bush, si raggiungono livelli da Oscar. In certi momenti, non ci si può sbagliare, l’ispirazione tratta da House of Cards e dal personaggio di Frank Underwood, interpretato da Kevin Spacey, è più che evidente. Ma copiare dai migliori, si sa, non è mai stato un difetto.



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