[Recensione] Resident Evil: The Final Chapter, l’ultima battaglia di Milla Jovovich
Questa mattina vi proponiamo la nostra recensione di Resident Evil: The Final Chapter, l’ultimo capitolo della saga tratta dai videogame Capcom, scritto e diretto ancora una volta da Paul W.S. Anderson ed interpretato da Milla Jovovich, Ali Larter e Iain Glen.
Sono passati oramai 15 anni dall’approdo in sala del primo capitolo di una lunga saga amata da pochi e criticata da molti, non tanto per la bassa qualità delle singole pellicole giunte in sala, ma per il modo in cui il regista Paul W.S. Anderson ha scelto nel tempo di stravolgere quelli che sono stati per anni i punti forti di uno dei franchise videoludici di maggior successo nella storia: “mistero, terrore e caratterizzazione dei protagonisti”.
L’ultima fatica del regista, tra l’altro marito della protagonista Milla Jovovich e padre della piccolissima attrice che interpreta la Regina Rossa, nei primi minuti sceglie di ricucire “parzialmente” lo strappo con i fan storici della saga videoludica ripercorrendo, in maniera forse più in linea con il materiale originale, quelli che sono stati gli eventi scatenanti dell’infezione causata dalla Umbrella Corporation, si tratta di un lebile spiraglio di luce perchè da lì a poco si torna sui toni a cui eravamo, purtroppo, abituati: azione a spron battuto e performance della protagonista al limite della fantascienza, il tutto condito da un 3D quasi disturbante e mai incisivo come in altri capitoli precedenti.
Resident Evil: The Final Chapter è figlio di un modo di fare cinema troppo legato all’amore per l’estetica, dove mostrare spettacolo è più importante del raccontare storie, tanta roba per le casse della Sony Pictures (e forse nemmeno tanto visti i primi dati d’incasso), un vero peccato per chi invece sperava che questo capitolo potesse in effetti rappresentare una sorta di ancora di salvataggio per regista e protagonista, colpevoli di aver straziato lo spettacolo della narrazione targato Capcom.
E’ davvero un peccato dover criticare aspramente l’ultima fatica di Anderson e company, anche perchè in alcune sequenze è possibile apprezzare ciò che in molti hanno sperato di vedere nel corso degli anni riguardo questa saga (basti pensare al ritorno di Alice ed il suo gruppo nell’Alveare), ma dare un parere al singolo film è letteralmente impossibile, ci si ritrova infatti dinanzi ad una saga lunga quasi 15 anni che, a nostro modesto parere, ha fallito miseramente, mostrando solo col primo capitolo alcuni tratti distintivi del lavoro realizzato da Capcom.
Da premiare la scelta di riportare nel capitolo finale alcuni personaggi amati dai fan, parliamo ovviamente di Claire Redfield (Ali Larter), peccato per il suo utilizzo misero ai fini della storia, ed il mastino Wesker (Shawn Roberts), ci chiediamo però che fine hanno fatto i vari Leon, Chris Redfield e Ada Wong, tre nomi che rappresentano la vera spina dorsale della saga videoludica. Premiamo inoltre, questo è letteralmente fuori discussione, il talento ed il carisma di Milla Jovovich, qui non nel genere in cui dà il meglio di se, ma di certo uno dei cardini di una saga con troppi chiaro scuri.
Da fan della saga videoludica Resident Evil bocciamo il lavoro di Paul W.S. Anderson svolto durante l’intero franchise, da appassionati di cinema action/horror ci sentiamo di promuovere solo parzialmente il lavoro svolto per questo ultimo capitolo.
Il Verdetto 6
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