Recensione dei primi due episodi di Star Trek: Picard

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Ad un passo dal 24 gennaio, giorno in cui Amazon Prime Video distribuisce la serie Star Trek: Picard, abbiamo assistito alla proiezione in anteprima dei primi due episodi. Questa la nostra recensione.

Trama: 20 anni dopo gli eventi narrati in Star Trek: La Nemesi, ritroviamo un Jean Luc Picard ormai lontano dalla Federazione, che coltiva il suo prezioso vino nella tenuta di famiglia. Non si conoscono ancora i fatti che hanno portato il capitano più decorato della storia ad abbandonare ciò che è stato per lui passione e fonte di vita ma, con il passare dei minuti, impariamo a conoscere un uomo orgoglioso e fedele ai princìpi fondamentali della Flotta.

Picard ha sogni tormentati che lo costringono a risvegli opprimenti, ma la vicinanza di Numero Uno, suo fedele amico a quattro zampe, riesce a tranquillizzarlo.

Un’intervista sui tragici eventi accaduti quasi venti anni prima, farà incontrare Picard con Dahj, una ragazza in cerca di aiuto che porterà il protagonista ad abbandonare i forzati abiti del pensionato di provincia per andare a bussare, con forza e rabbia, alla porta del comandante della Flotta Stellare.

Commento

Per quanto abbiamo potuto apprezzare in queste prime due ore di narrazione, la serie non è né il canto del cigno di un personaggio dell’universo di Star Trek, né tantomeno l’omaggio ad un’epoca, quella di TNG (The Next Generation), che ha fatto il proprio tempo.

Picard è una bomboniera dove personaggi vecchi e nuovi recitano dando lustro all’idea nata dalla penna di Gene Roddenberry più di mezzo secolo fa, con l’obiettivo di trasportare quella stessa idea nel decennio appena iniziato.

Una fotografia di prim’ordine, da far invidia a produzioni hollywoodiane di spessore, un sapiente utilizzo del CGI, ed una trama avvincente ed in linea con le serie Trek classiche rendono Star Trek: Picard un prodotto gradito ai fan più accaniti ed appetibile per i neofiti del genere.

Inquadrature mozzafiato e reali. Questo contraddistingue Picard da quanto visto finora nelle varie serie di Star Trek: siamo lontani anni luce dagli scenari posticci da studio televisivo a cui gli appassionati di questo universo narrativo erano abituati, ma questo non è uno sconvolgimento.

Con Discovery si è cercato di rilanciare l’universo di Star Trek, rendendolo appetibile alle nuove generazioni ma, a detta dei più accaniti sostenitori del canon, l’esperimento per quanto convincente ha mosso qualche malumore. Con Picard, invece, la CBS sembra aver posto le basi per rinnovare tale saga, portandola là dove nessun uomo era mai giunto prima.

Patrick Stewart, oltre ad essere un colosso del cinema, ed un maestro della recitazione, continua a risultare pienamente a suo agio nei panni del Capitano Jean-Luc Picard.

L’innesto di personaggi ed attori storici della serie non è fatto come una sorta di cameo per omaggiarli, ma si tratta di ruoli fondamentali nello sviluppo della serie: ecco quindi che Brent Spiner, in arte Data, presente in questi primi episodi, non è un elemento di arredamento, ma un soggetto attivo e funzionale alla trama.

Diventa quindi interessante sapere come verranno gestiti gli ingressi in scena di Jeri Ryan (Sette di Nove), Marina Sirtis (Deanna Troi), e soprattutto Jonathan Frakes (William Riker). Quest’ultimo sarà anche regista di uno o più episodi. Bene anche i nuovi interpreti, per lo meno quelli finora entrati in scena, non vi mettiamo in nomi per non correre il rischio di spoiler involontari. Unico omaggio fine a se stesso, l’ologramma della Enterprise che troneggia all’ingresso della sede della Flotta Stellare.

In conclusione. Per quanto visto finora, nonostante un minimo di caos dal punto di vista narrativo per inserire gli eventi pesanti accaduti nell’ultimo ventennio, Picard sembra essere al di sopra delle aspettative, e la conferma della seconda stagione annunciata ancor prima della messa in onda del primo episodio è più che meritata. Non resta che attendere la messa in onda di tutti gli altri episodi della prima stagione.

A presto!

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