[Recensione] La prima stagione di Sense8, la serie tv in onda su Netflix

In questo articolo vi parleremo di Sense8, daremo sfogo alle nostre impressioni sulla prima stagione attualmente inserita nello sconfinato catalogo multimediale di Netflix, il colosso dello streaming legale oramai divenuto parte integrande della nostra rubrica Il Mondo delle Serie Tv.

Sense8 è la serie tv Netflix con il budget più alto di sempre. I milioni sono serviti soprattutto per arrivare a girare le scene in ben nove diverse città del globo, da San Francisco a Nairobi, da Mumbai a Città del Messico. L’ambizione era quella di creare una sorta di “storia globale” che potesse collegare persone agli antipodi del mondo, con vite e abitudini diversissime. Il risultato è una serie al di sotto degli standard ai quali Netflix ci ha recentemente abituato.

TRAMA: i Sense8 sono un gruppo di otto estranei, ognuno proveniente da una diversa parte del mondo, che un giorno sperimentano tutti la medesima visione: una donna che si suicida. Da quel momento iniziano a capire di essere in qualche maniera collegati tra di loro, interconnessi e di avere la possibilità di parlarsi e addirittura spostarsi idealmente da un luogo all’altro. Man mano che gli otto estranei diventano sempre più vicini gli uni con gli altri, un potente sensitivo, Whispers, cerca tramite la sua organizzazione criminale di eliminare tutti i Sense8 così da chiudere per sempre questa connessione globale.

Da Jumper sul grande schermo a Touch sul divano di casa, negli ultimi anni sono stati molti i tentativi di di creare “storie globali” che raccontassero vicende parallele, fra protagonisti geograficamente lontanissimi tra loro ma, in qualche modo, in grado di comunicare telepaticamente. Per gli sceneggiatori si tratta certamente di una sfida stuzzicante ma allo stesso tempo maledettamente difficile e che, non a caso, fino ad ora non ha mai dato vita a prodotti degni di nota.

In questo tipo di storie i clichè e le banalizzazioni sono infatti sempre dietro l’angolo e, purtroppo, la trama di Sense8 cade in questa trappola con tutte le scarpe. Otto estranei in una misteriosa comunicazione tra di loro che, improvvisamente, scoprono di potersi baciare o picchiare telepaticamente e che, dall’oggi al domani, vengono a conoscenza di un pericoloso scienziato pazzo che li vuole uccidere o lobotomizzare non suonano francamente così originali e innovativi.

Ma magari una trama non così rivoluzionaria come ci si poteva attendere non è di per se spia di un prodotto mediocre. Dipende anche infatti da come viene raccontata. Ma il problema è che in Sense8 alcune scene chiave per lo svolgimento della trama stessa rasentano il ridicolo. Lo schema è semplice: uno dei nostri otto eroi sta per essere ucciso o, appunto, lobotomizzato in qualche parte del mondo e dal nulla uno degli altri sette, attraverso un principio telepatico alquanto discutibile, entra improvvisamente in scena e comincia a massacrare i cattivi, togliendo al compare le castagne dal fuoco.

Tale situazione è talmente ripetitiva e fuorviante, soprattutto negli ultimi episodi della prima stagione, che ogni tanto si ha la sensazione di non guardare una serie tv Netflix del 2017, ma una fiction di Mediaset degli anni 90, una sorta di Distretto di Polizia in versione telepatica.

Purtroppo questa grave stortura nel cuore della trama tende ad oscurare i notevoli ed apprezzabili punti di forza di questa serie tv. Spicca l’ambientazione, variegata e profonda come raramente si è visto sul piccolo schermo. In un singolo episodio lo spettatore viene infatti catapultato dal South Side di Chicago alla periferia di Berlino, dai quartieri alti di Città del Messico alle bidonville di Nairobi. E’ uno sforzo di produzione impressionante che però, anche in questo caso, vede la sua efficacia limitata dalla trame, anzi, dalle singole trame di ogni personaggio.

In Sense8 infatti si ha letteralmente a che fare con otto diversi “main character” i quali, in alcuni casi, sono protagonisti di storie originali, interessanti e narrativamente profonde (Wolfgang, Lito Rodriguez, Van Damme), in altri invece sono succubi di imbarazzanti banalizzazioni e vicende francamente ridicole, oltre che noiosissime (Riley, Naomi, Will). Questo fa si che in alcuni momenti Sense8 sembrerà una grande serie, piena di temi scottanti, vicende originali, grandi colpi di scena mentre in altri (purtroppo molti altri) la punta di diamante Netflix sembrerà una noia mortale dalla quale l’unico modo per liberarsi è quello di trasportarsi telepaticamente in un altro luogo.

A breve una seconda stagione che speriamo possa alzare l’asticella di un prodotto che, allo stato attuale, rimane mediocre.

in breve: SENSE8 E’ UNA SERIE CON UN GRANDE BUDGET E ENORMI AMBIZIONI. PURTROPPO PERO’ DELLE SCENOGRAFIE SPETTACOLARI ED IL CORAGGIO DI TRATTARE TEMI SCOTTANTI NON RIESCONO A MASCHERARE DEL TUTTO UNA TRAMA INCREDIBILMENTE SCONTATA E ALCUNI PERSONAGGI NOIOSI E BANALI ALL’INVEROSIMILE, PER UNA SERIE NETFLIX. 

voto: 5

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