Recensione Ghost Stories, l’horror con Martin Freeman

Ghost Stories trailer

Ieri sera abbiamo assistito all’anteprima stampa di Ghost Stories, l’attesissimo ghost movie, appartenente al filone portmanteau horror. Questa è la nostra recensione

Il film scritto e diretto da Jeremy Dyson e Andy Nyman, è la trasposizione cinematografica dell’omonima Piece teatrale nata dall’idea originale di Dyson e Nyman, quest’ultimo nella pellicola, come sul palcoscenico, interpreta il Professor Philip Goodman.

Il docente di psicologia Phillip Goodman, star televisiva del programma “Truffe Paranormali” e seguace del suo predecessore Charles Cameron – scomparso senza lasciare tracce – riceve un misterioso plico proprio da Camerona che, oltre ad informarlo che non è affatto morto, lo convoca presso il suo rifugio dandogli informazioni su tre casi che aveva seguito e che erano rimasti irrisolti, senza una spiegazione logica. Goodman, all’inizio titubante e deluso dall’atteggiamento del suo Vate deciderà di accettare la sfida e la sua ricerca lo porterà alla scoperta di inquietanti risvolti che mineranno la sua razionalità, mettendolo in contatto con un soprannaturale che credeva inesistente. Fino a portarlo ad una conclusione angosciante, che lo coinvolgerà suo malgrado.

Il film, racconta tre storie soprannaturali per voce e ricordi dei protagonisti che le hanno vissute. Come in Incubi notturni – horror che ha ispirato la piece – i racconti sono fra di loro collegati dalle vicende che vedono protagonista il Professore di Psicologia. Dyson e Nyman hanno raccontato che in fase di realizzazione dell’idea si sono ispirati a molti lavori dell’Amicus Production, casa di produzione Inglese, attiva negli anni ’60 e ’70 e specializzata nel genere Horror, cercando di riproporre a teatro, prima, e al cinema, poi, quelle atmosfere angoscianti che caratterizzavano quel tipo di pellicola.

Il risultato è eccellente. Si tratta di un lavoro geniale, sempre sul filo del rasoio. Il film regala emozioni forti e tiene lo spettatore sempre in tensione, come se fosse seduto sul vagone di un roller coaster: lentamente viene innalzato ad un livello di aspettativa dell’evento e di colpo viene scaraventato nella più emozionante e terrificante discesa.

Gli attori sono perfetti per il ruolo. Martin Freeman (Mike Priddle) anche se impegnato nella simultanea realizzazione di Sherlock e Lo Hobbit è riuscito ad interpretare magistralmente il suo primo personaggio horror. Bene anche gli altri. Paul Whitehouse (Tony Matthews) ha i tempi drammatici. Alex Lawther (The Imitation Game e Vi Presento Christopher Robin) interpreta Simon Rifkind, dando forse l’unico momento di humor noir di tutto il film, che per il resto ha sempre toni e dialoghi dramamtici.

I tre casi su cui sarà svolta l’indagine, ci porteranno all’interno di un ex manicomio dove Tony svolge il ruolo di Guardiano, ci faranno passare una terribile notte in mezzo ad una foresta in compagnia dei mostri che incontrerà il giovane Simon, e ci faranno passeggiare amabilmente fra le colline in compagnia del “profeta” Priddle.

Ghost Stories è un ottimo film, con un finale magistrale e terrificante al punto giusto.


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