Recensione The Assassination of Gianni Versace, la seconda stagione di American Crime Story

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Oggi vi parliamo di una serie molto discussa del mondo della tv: The assassination of Gianni Versace, seconda stagione della serie antologica American Crime Story, costola noir di American Horror Story, sempre del genio Ryan Murphy.

La serie, in realtà, racconta poco di Gianni Versace, ma partendo dall’assassinio dello stilista avvenuto a Miami alla fine degli anni ’90, porta sul piccolo schermo soprattutto uno spaccato importante della vita di Andrew Cunanan, il quale, prima di uccidere Gianni Versace, aveva già eliminato altre quattro persone.

Andrew Cunanan è interpretato in maniera maiuscola da Darren Criss, già molto amato nel cast di Glee ed è rappresentato come una figura tragica, infelice, con alle spalle una famiglia critica e che l’ha condotto a fare scelte discutibili. La struttura interessante della serie è un po’ quella di Memento, si parte dall’assassinio dello stilista e si va a ritroso, vedendo, quindi, prima gli assassini e, dopo, il movente e il contesto.

Ryan Murphy produce la serie e dirige il primo episodio, forse uno degli episodi singoli più belli, mai visti in televisione, confermandosi anche regista capace e intelligente. Il suo stile edonistico e decadente, tra l’altro, è perfetto per disegnare la Florida di quegli anni, edonistici e un po’ vacui. Edgar Ramirez è impressionante nel ruolo di Gianni Versace e nella sua incredibile somiglianza, ottima Penelope Cruz come Donatella Versace e bene anche Ricky Martin al suo vero debutto come attore.

L’unica pecca dello show televisivo è quello di prendere spunto da un libro, Vulgar Favors, di Maureen Orth, dove si sposa la tesi per cui Versace, affetto da AIDS, avrebbe contagiato Cunanan e lui, per rabbia, l’avrebbe ucciso. L’autopsia di Gianni Versace, invece, ha smentito l’ipotesi che lo stilista fosse malato e, questo, è stato uno dei motivi per cui la famiglia Versace si sia scagliata contro la produzione tv. Memorabile la colonna sonora, come per tutte le produzioni di Murphy, e la fotografia.

A parte questo, The Assassination of Gianni Versace è una stagione meravigliosa, con interpreti in stato di grazia e una attenta analisi di un mondo e di un contesto fatto in modo incisivo e mai banale. A tratti poetico, la serie è fondamentalmente l’analisi di una mente malata, senza beatificazione del serial killer, ma visto con sguardo compassionevole. La Miami degli anni ’90 e il mondo gay viene sviscerato, senza fanatismi e con un occhio intenso e critico. Incredibile Darren Criss in un ruolo tridimensionale, difficile e provocatorio, veramente notevole.

Forse la miglior serie televisiva presente sul piccolo schermo quest’anno.

Questo il trailer.

 

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