Recensione di Glass, il film supereroistico di M. Night Shyamalan

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Abbiamo visto Glass, il film diretto da M. Night Shyamalan che fa da sequel/crossover per Unbreakable e Split. Questa è la nostra recensione.

Nel film diretto da Shyamalan spazio per Samuel L. Jackson, Bruce Willis, James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Sarah Paulson e Spencer Treat Clark. Come detto in precedenza, Glass ricollega le storyline di Unbreakable e Split, entrambi i film diretti dal regista di origini indiane.

Dopo aver scoperto di essere l’uomo più forte del mondo, David Dunn (Bruce Willis) è diventato una sorta di sorvegliante notturno anche grazie all’aiuto del figlio (Spencer Treat Clark). Nel mirino del sorvegliante notturno però c’è anche L’Orda (James McAvoy), sfuggito all’arresto alla fine di Split. Nel frattempo però c’è chi è pronto a catturarli per studiare i comportamenti di entrambi.

La Recensione

L’idea alla base di questo sequel/crossover è davvero interessante, ed il fatto che M. Night Shyamalan l’avesse sviluppata anni prima l’arrivo di Split al cinema porta a pensare che in fondo di idee originali in quel di Hollywood ce ne sono. Il problema semmai è il come questa idea è stata sviluppata dal regista di origini indiane.

Trattandosi di un sequel di due film di genere diametralmente opposti, il primo più vicino ad un fantasy supereroistico, mentre il secondo accostabile più ad un thriller con toni dark, il risultato finale non poteva che essere confuso. Il Glass di Shyamalan non sembra avere un’anima ben precisa, e questo non può che essere un punto dolente per un film che, come detto, parte da un’idea davvero interessante.

La sceneggiatura è caratterizzata da un ritmo prevalentemente candenzato, molto incline a film di genere thriller, ed è un dato di fatto che Glass è tutt’altro che un thriller. A tal proposito, rischia di annoiare lo spettatore la scelta di Shyamalan di psicoanalizzare, con discorsi filosofici e metafisici, la condizione di superiorità dei protagonisti, palesemente “affetti” da superpoteri. Bisogna pertanto attendere l’ultimo atto del film per dare un senso ad una storyline, fino a quel momento, bisognosa di una sferzata di brio.

Il cast non delude. La prova recitativa di James McAvoy è letteralmente impressionante: la varietà di personaggi messi in scena dall’attore dimostra, una volta in più, quello che è il suo valore. Samuel L. Jackson sprigiona carisma anche quando non parla. Per Bruce Willis il discorso è diverso, purtroppo: l’età avanza, ed i ruoli fisici non sembrano più poter far parte del suo bagaglio artistico.

In conclusione, crediamo che Glass nasce da una straordinaria idea originale di base, ma sbatte il “muso” a causa di uno sviluppo produttivo privo di energia, e non supportato dal giusto coraggio. Ancora una volta M. Night Shyamalan è andato vicino al “bersaglio grosso”, senza però centrarlo.


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