Nei giorni scorsi abbiamo visto – via Netflix – Day of the Dead: Bloodline, lo zombie movie diretto da Hèctor Hernández Vicens, con Johnathon Schaech e Sophie Skelton. Questa è la nostra recensione.
Il film, così come lascia intendere il titolo, è l’ennesimo remake di uno dei capolavori registici del maestro dell’horror George A. Romero, stiamo ovviamente parlando di Il Giorno degli Zombie, datato 1985. Il mondo è finito nel caos dopo che una violenta infezione ha trasformato metà della popolazione in zombie. Al centro della storia una scienziata intenta a trovare un vaccino per la terrificante infezione. La sua ricerca finirà però per scontrarsi con il suo passato.
Diciamocela tutta, Day of the Dead: Bloodline è una di quelle pellicole di cui avremmo tranquillamente fatto a meno. Tra errori di regia, una sceneggiatura che balla tra il banale e l’assurdo – tra l’altro co-scritta dallo stesso Romero -, ed una recitazione al limite della sopportazione, lo zombie movie di Vicens finisce purtroppo per entrare di diritto in quella schiera di remake senza criterio, non richiesti, ed assolutamente evitabili. Eppure i primissimi minuti sembrerebbero introdurre tutt’altro risultato.
A discapito di un lavoro di make up di discreta fattura, Day of the Dead: Bloodline è accompagnato da una sceneggiatura di scarsa qualità: approssimativa nel modo in cui snocciola gli avvenimenti, banale nei riferimenti al film originale, imbottita di scene da clichè, e scontata all’inverosimile, in special modo nel finale. Tanti – troppi – sono i punti oscuri che, manco a farla apposta, sono accompagnati da una recitazione a tratti disarmante. A salvare la baracca il solo Johnathon Schaech nei panni di uno zombie quasi senziente, pensate un po’!?
Di certo con Day of the Dead: Bloodline non speravamo di trovare lo zombie movie perfetto, ma almeno un film capace di poggiare le basi su una storia ben strutturata. Delusione profonta!