[Recensione] Blair Witch, l’horror in stile found footage diretto da Adam Wingard

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Il film visto questa sera è Blair Witch, l’horror diretto da Adam Wingard ed interpretato da James Allen McCune, Callie Hernandez, Valorie Curry, Wes Robinson e Brandon Scott.

Inizialmente intitolato The Woods, il found footage Blair Witch non è altro che il sequel diretto di The Blair Witch Project, un film datato 1999, capace di diventare un vero e proprio caso mediatico: la produzione per tutta la campagna promozionale lanciò sul web delle false piste, facendo credere che il film stesso fosse adattato da una storia vera, l’attesa per la prima del film salì perciò alle stelle ed il pubblico accorse in sala in massa …. ovviamente rimanendo estremamente deluso dalla bassa qualità della pellicola. Nel 2000 poi venne realizzaro un sequel dal titolo Il Libro Segreto delle Streghe – Blair Witch 2 che però da tutti é considerato un film da dimenticare.

La storia di Blair Witch segue le vicende di un ragazzo desideroso di scoprire la verità dietro la sparizione della sorella nella foresta di Burkittsville anni prima, come per la prima pellicola datata 1999, il ragazzo mette su un gruppo di amici e, munito di telecamere in quantità industriale, si mette in cammino per quella che somiglia ad una classica scampagnata tra amici …. ovviamente non sarà così!

Spogliato dall’effetto mistero che accompagnò il primo capitolo nel 1999, Blair Witch si è incollato addosso sin dal suo annuncio la scomoda etichetta di sequel inutile diretto da un regista emergente, insomma non proprio il massimo della vita.

Il regista Adam Wingard viene dalla saga antologica horror intitolata V/H/S, un progetto a bassissimo budget amato dal pubblico, ma sonoramente bocciato dalla critica, proprio per questo sceglie il basso profilo, limitandosi a realizzare un film che punta principalmente a seguire le orme del primo capitolo, inserendo però di tanto in tanto alcune piccole varianti narrative che, ahinoi non alzano l’asticella in quanto ad originalità e qualità.

Nel ridare vita ad una saga oramai morta e sepolta anni fa, Wingard basa il suo lavoro su di una sceneggiatura poco chiara e per nulla originale, scegliendo di raccontarla con una tecnica cinematografica deufrata nel tempo del suo effetto novità; il famigerato found footage ha infatti avuto un grande successo nei primi anni duemila, pellicole come lo stesso The Blair Witch Project, Cloverfield, lo spagnolo [REC] e Paranormal Activity hanno fatto storia in tal senso, ma la moda passa e forse il regista avrebbe potuto evitare di battere un ferro oramai non più caldo.

Avere un cast giovane e sconosciuto è una prerogativa per il genere horror a basso budget, ragion per cui non ci sentiamo di criticare l’aspetto recitativo di un film che punta tutto, o quasi, sulle locations da paura più che sui nomi di coloro che sono stati scelti dalla produzione per interpretare i vari personaggi.

Un plauso, l’unico forse in un sequel non riuscito e tra l’altro non richiesto dal pubblico, infine arriva dal discreto sonoro che, unitamente alle locations cupe, riesce in alcune occasione a donare piccoli brividi di paura.

Il Nostro Verdetto 5.5


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