Recensione Annette e cenni dalla masterclass di Leos Carax

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Era l’evento che attendevo con maggiore impazienza dall’annuncio degli ospiti del Bif&st: la masterclass di Leos Carax, con annessa visione di Annette.

Regista francese di caratura internazionale, Carax è reduce dalla presentazione della sua ultima fatica, ‘Annette’, al Festival di Cannes. Sebbene il regista si dichiari incapace di tenere una camera in mano, recitare o registrare un suono, la meravigliosa carrellata iniziale da lui pensata e diretta è una grande prova di forza.

È il primo musical diretto da Leos Carax, e non è male “esordire” con due protagonisti del calibro di Adam Driver e Marion Cotillard. L’ottimo Driver mette in scena una mimica notevole per tutta la durata del film, sfruttando la sua fisicità con movimenti dal tratto quasi animalesco, al punto da far risultare non casuale la scelta di consegnare alla figlia Annette il peluche di un gorilla. In effetti, questi tratti triviali non sono nuovi ai protagonisti dei film di Carax. Ad ogni modo, il suo personaggio, Henry McHenry, è un comico di grande successo dalla vena provocatoria. Marion Cotillard interpreta Ann, acclamata soprano dai tratti ben più delicati del suo partner, al punto da dare spesso l’impressione di poterne essere sopraffatta.

La storia d’amore sotto i riflettori dei due protagonisti culmina nella nascita di Annette, una Miss Merde post moderna acclamatissima, a differenza dei suoi malvoluti predecessori, interpretata da una marionetta appositamente realizzata per il film “viste le difficoltà nel trovare una bambina così piccola in grado di cantare e il mio rifiuto di usare un robot anti-emotivo”.

Trattandosi del prodotto più costoso della filmografia del cineasta francese, Carax menziona con insistenza gli aspetti economici della sua realizzazione: dalla scelta dei festival, a quella delle location, nel corso della masterclass viene dato grane rilievo all’importanza del reperimento dei fondi.

Annette’ indaga la caducità della vita, un’altalena che può sia portarti da semplice accompagnatore a direttore d’orchestra che farti passare da sold out in tutto il mondo a spettacoli cancellati per un’uscita infelice.

Per quanto non voglia lanciarmi in una diagnosi affrettata di Henry McHenry, è lampante il suo bisogno di approvazione (“Sono un buon padre, vero?” canta al pubblico) così come la sua incapacità di riconoscere i propri errori (“Dio sa che non volevo”, “Voi avete un problema, non io!”, “Non c’è molto che io possa fare”, “Non sono così ubriaco”). A furia di mistificare la realtà, si sa, si finisce per esserne scottati, e così l’Amore si trasforma in Vendetta.

Perché sei diventato un comico?” viene chiesto ad Henry in modo ridondante in un brano della colonna sonora. A suo dire, per disarmare le persone. Ed io gli credo.

Il sipario si abbassa. Le luci sono spente. Ora non hai più nessuno da amare.


Annette
annette recensione leos

Regista: Leos Carax

Data di creazione: 2021-09-29 00:39

Valutazione dell'editor
4

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