Oscar 2018 – Commento sui vincitori e sui grandi sconfitti

oscars 90 banner

E’ andata come andata. La notte degli Oscar 2018, ovvero i 90° Academy Awards, ha visto trionfare la poetica storia d’amore tra l’inserviente muta e la creatura anfibia di La Forma dell’Acqua  – The Shape of Water di Guillermo Del Toro. Potete leggere qui i vincitori.

Cominciamo subito col dire che è la prima volta nella storia che il vincitore del Leone d’oro risulta essere vincitore dell’Oscar più importante. Inoltre, questo è il quinto anno consecutivo che un film presentato a Venezia si vede poi trionfare agli Oscar, anche se non tutti hanno poi vinto il premio come miglior film.

Ma la vittoria del film di Del Toro dice questo e anche di più: il regista raggiunge i suoi connazionali Cuaròn e Iñárritu nell’Olimpo dei registi messicani trionfatori a Hollywood. E il discorso fatto da Del Toro dopo aver vinto la statuetta come miglior regista è un monito contro tutte le barriere e i muri, mentali o reali.

Il bellissimo Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh si deve accontentare dei premi agli attori, alla protagonista Frances McDormand e al non protagonista Sam Rockwell. Tutti sacrosanti, ma ciò che ha colto di sorpresa è il mancato riconoscimento alla sceneggiatura di McDonagh (che a Venezia ha vinto proprio il premio per la sceneggiatura) che se l’è visto strappare da Jordan Peele con lo script di Scappa – Get Out. E qui, pur dando tutti i meriti a Peele, l’Academy ha forse toppato.

L’altra vera sorpresa della serata è stata la vittoria di Una donna fantastica come miglior film straniero; il film del cileno Sebastiàn Lelio ha sconfitto i favoriti Corpo e anima (Ungheria) e soprattutto L’insulto (Libano).

E il nostro Luca Guadagnino? Il suo film Chiamami col tuo nome si è aggiudicato il premio per la miglior sceneggiatura adattata andato a James Ivory. Troppo poco? Probabilmente si, ma era difficile – per non dire impossibile – ottenere qualcosa in più.

Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson è andato solo il premio per i costumi: un film bellissimo, ma forse troppo sofisticato per i giurati dell’Academy. C’è da dire, inoltre, che i film di Anderson agli Oscar non hanno mai fatto faville, il che non è necessariamente un male.

Ci prova e ci riprova il buon Christopher Nolan, ma puntualmente i suoi film si fermano agli Oscar tecnici: Dunkirk si porta a casa i premi per il montaggio, il sonoro e il montaggio sonoro. L’Oscar per la regia è rimandato a data da destinarsi.

Quasi la stessa sorte è toccata all’affascinante Blade Runner 2049, ma con una sostanziale differenza: il film di Denis Villeneuve ha consentito al direttore della fotografia Roger Deakins di vincere (finalmente!) l’Oscar dopo ben 13 nomination andate a vuoto.

Per il resto, la cerimonia affidata per la seconda volta a Jimmy Kimmel (stavolta, però, senza pasticci) è risultata piuttosto monocorde e sottotono sin dal monologo iniziale, con un solo momento davvero divertente: quando attori e attrici presenti in sala hanno fatto una sorpresa all’ignaro pubblico del Chinese Theatre.

Ma per l’edizione numero 90 degli Oscar era lecito aspettarsi qualcosa di più.

 


Scopri di più da Universal Movies

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli via e-mail.

Lascia un Commento...

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.