Nuovo DPCM: cinema chiusi, ma la cultura si ribella

Il nuovo DPCM emanato ieri dal Presidente del Consiglio Conte ha disposto la chiusura di cinema e teatri, metteno definitivamente in ginocchio il settore della cultura che, però, ha reagito a gran voce.

Il cinema, il teatro e tutti i luoghi dediti alla cultura e all’intrattenimento hanno cercato nei mesi scorsi di far fronte all’emergenza causata dal Covid-19 attuando tutte le misure necessarie, facendo registrare pochissimi casi – per non dire nessuno – di positività. Ma ciò non è bastato, e il nuovo DPCM ha costretto i cinema a chiudere almeno fino al 24 novembre.

Una decisione folle, dunque, quella contenuta nel DPCM, visto e considerato che i cinema sono tra i luoghi più sicuri (sicuramente più di bar e ristoranti) in cui la distanza viene rispettata, l’obbligo della mascherina viene garantito, le sale vengono continuamente igienizzate e i posti vengono assegnati nominativamente.

Il Ministro Franceschini ha avuto modo di dire la sua tramite un video pubblicato sulla sua pagina Facebook nel quale ribatte agli attacchi affermando che “non si è percepita la gravità della crisi e non si è capito a che punto siamo“, impegnandosi però nel far sì che la chiusura sia più breve possibile.

La risposta degli appartenenti al settore, però, non si è fatta attendere, e sui social si è attivato da subito l’hashtag #NonChiudeteilCinema, lanciando così un appello per non far morire un intero settore e un’intera filiera che sta dietro a ogni film.

A Franceschini e a Conte, inoltre, è stata scritta una lettera firmata, tra gli altri, da 100 Autori, ANAC, AFIC e da personalità come Pupi Avati, Paolo Virzì, Nanni Moretti e Giuliano Montaldo.

Emoziona, dunque, la forza con cui l’intero settore della cultura si è mobilitato contro il nuovo DPCM, tant’è che il Multiplex Teatro Fasano resterà aperto attuando così una sorta di disobbedienza civile.

Dobbiamo tutti noi urlare a gran voce come quest’ingiustizia sia contro l’arte e la cultura che nel nostro paese sono (o dovrebbero essere) le assi portanti su cui poggiano le nostre coscienze.


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