Mickey 17 film recensione

Mickey 17 | Recensione del film con Robert Pattinson

Ha da poco debuttato nelle sale italiane Mickey 17, ultimo lavoro dell’eclettico regista sudcoreano Bong Joon-ho. Robert Pattinson è il protagonista di questa interessante pellicola. Questa la nostra recensione.

Sommerso dai debiti ed a rischio della vita, per colpa del socio Berto (Steven Yeun), Mickey Barnes (Robert Pattinson) decide di imbarcarsi, come sacrificabile, nella spedizione verso il pianeta Niflheim. La missione, capitanata dal tirannico, ex politico, Kenneth Marshall (Mark Ruffalo) e da sua moglie Qwen (Toni Collette) ha lo scopo di formare una colonia umana su un pianeta remoto.

Per far si che gli altri astronauti rischino il meno possibile, viene selezionato un “sacrificabile” che ha lo scopo di fungere da cavia umana. Mickey pertanto diventa parte di un esperimento di clonazione che lo rende “sacrificabile” non solo una volta.

Mickey 17 | Il Commento

Bong Joon-ho ha creato un ottimo film di denuncia che diverte e fa riflettere. Lo stereotipo del politico corrotto, di chiara ispirazione trumpiana, è l’archetipo del malgoverno d’ispirazione occidentale e della povertà intellettuale che è comune a gran parte della classe politica mondiale.

“Il viaggio dell’eroe” viene raccontato in Mickey 17, non solo attraverso le peripezie che il protagonista deve affrontare, ma anche con i drammi interiori che Mickey vive. Il confronto con la sua versione successiva è uno spunto per comprendere l’unicità di ogni essere umano e quanto sia complessa, qualora sia mai realizzabile, la clonazione umana da un punto di vista etico e morale.

A tal proposito, il regista riesce ad offrire una vasta gamma di stati d’animo vissuti da Pattinson anche con rappresentazioni visive che sono lo specchio dei tormenti interiori, come l’accesso alla selezione per far parte dell’equipaggio dell’astronave con immagini che evocano gironi infernali di dantesca memoria.

Mickey 17 | Trailer

Lo sfruttamento incontrollato delle risorse e la mancata percezione dei drammi legati ad esso, sono lo spaccato sociale che affligge oggi l’umanità e che dovrebbe far riflettere su quanto determinati comportamenti possano essere lesivi per l’ambiente e su come, in passato, la politica colonialista abbia portato all’estinzione di culture e habitat: definire alieni gli abitanti autoctoni di un pianeta è la sintesi di questo pensiero. La stampante che ricrea il corpo del protagonista è, invece, un grottesco scassone che cigola, s’inceppa e avanza sussultando in contrapposizione alla tecnologia che essa stessa rappresenta.

Dal punto di vista della recitazione, risulta buona la prova di Robert Pattinson, che riesce a dar vita a due personaggi distinti e contrapposti cambiando la mimica facciale, la postura ed il timbro della voce: è sempre possibile riconosce l’uno o l’altro Micky anche in una singola inquadratura. Mark Ruffalo, dal canto suo, riesce ad essere antipatico e odioso come non mai. L’attore, dopo Hulk, sta inanellando ruoli da antieroe in cui sembra essere particolarmente portato.

In definitiva Mickey 17 è una bella avventura, distopica, nello spazio che fa sorridere e che fa riflettere: caricatura cinica della società moderna.

Mickey 17 è attualmente disponibile nelle sale italiane distribuito da Warner Bros. Pictures.


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