Martin Eden, la recensione del film con Luca Marinelli

Martin Eden film recensione

In contemporanea col debutto alla 76° Mostra del Cinema di Venezia, vi presentiamo la nostra recensione di Martin Eden, il film con Luca Marinelli.

Il marinaio Martin Eden (Luca Marinelli), dopo aver salvato da un pestaggio il giovane Arturo (Giustiniano Alpi), figlio di una famiglia benestante della borghesia napoletana, viene invitato a pranzo dalla famiglia del ragazzo. Qui farà la conoscenza della bella Elena (Jessica Cressy), sorella di Arturo. Martin se ne innamorerà dal primo istante. Affascinante, raffinata, colta. Elena è in quel momento il sogno irraggiungibile del marinaio e sarà lei ad ispirarlo nella sua voglia di elevarsi dalla condizione sociale in cui si sente prigioniero. Nonostante le umili origini e la poca attitudine alla grammatica, Martin farà di tutto per diventare uno scrittore e dimostrare ad Elena ed alla sua famiglia di essere degno del suo amore.

Il Commento

9 minuti di applausi da parte del pubblico e della critica hanno salutato Martin Eden a Venezia 76. Il film sembra quindi lanciato verso la meritata conquista del Leone d’Oro.

Il romanzo di Jack London è riveduto e corretto con sapienza da Pietro Marcello. Il regista confeziona uno spaccato sociale di prim’ordine, supportato da un ottimo cast, e dalla scelta di girare con pellicola 16mm. Tale scelta ha permesso di inserire, senza cambiarne il formato, alcuni spezzoni tratti dalla quotidianità del regista, ma anche – e soprattutto – filmati d’inizio novecento.

Napoli è scelta come cornice per questo dramma. I suoi colori e la sua gente accompagnano lo spettatore in un’avventura al di fuori del tempo. London ambienta il suo Martin Eden all’inizio del secolo scorso, rendendolo quasi un’autobiografia, Marcello – invece – narra una storia che in alcuni momenti ci riporta al periodo del primo dopoguerra, muovendosi avanti ed indietro fino agli anni ’70, non seguendo però mai un vero percorso temporale.

Le immagini, la fotografia, i flashback ed i momenti di vita popolare riescono a trasmettere allo spettatore un turbinio di emozioni che, a dispetto della lunghezza della pellicola (129 minuti), riempiono lo schermo senza annoiare.

Per gli sceneggiatori (Pietro Marcello e Maurizio Braucci) Martin Eden è il romanzo degli autodidatti, ma non è solo la storia di un giovane proletario e del proprio amore verso una ragazza altolocata, ma è anche un autoritratto a tinte fosche dello stesso Jack London. La loro ispirazione nel leggere e nel portare sullo schermo questo antieroe è stata quella di creare una crasi, una trasposizione trasognata dell’intero novecento che potesse servire da denuncia al XX secolo stesso.

Luca Marinelli è perfetto nel ruolo. Dopo averlo visto recitare ci si rende conto che nessun altro avrebbe potuto portare sullo schermo un Martin Eden di pari livello. E’ un fiume calmo che lentamente si ingrossa per cadere impetuoso in una cascata e, poi, placarsi di nuovo nell’acqua immobile di uno stagno. Marinelli riempie lo schermo senza invaderlo, ma dominando ogni singola inquadratura che lo vede protagonista. Non ci sono attimi di incertezza nella sua recitazione. Sempre calato nel ruolo, mai banale. Anche il solo sistemarsi il cappello in testa diventa un momento fondamentale del film.

Nonostante ciò, la pellicola non può e non deve essere ricordata per il solo protagonista. Un cast di tutto rispetto, a partire dal bravissimo Carlo Cecchi (Russ Brissenden) fa da contraltare a Martin Eden. Ogni singolo personaggio è importante per la narrazione, oltre ai già citati vogliamo ricordare Marco Leonardi (Bernardo), Pietro Ragusa (Orsini), Gaetano Bruno (Giudice Mattei), Maurizio Donadoni (Renato), ma anche Chiara Francini (Nora) e Lana Vlady (Rebecca).

Il film sarà nelle sale a partire da domani 4 settembre, il nostro invito è quello di andarlo a vedere lasciando aperta la mente agli spunti di riflessione, che fra le righe l’autore ed il regista di Martin Eden hanno inserito.

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