La recensione di Somnia – Un horror sugli incubi (reali e non) e sui traumi mai superati

somnia recensione

Somnia (Before I Wake in originale) è un film diretto da Mike Flanagan, al suo secondo lungometraggio dopo Oculus – Il riflesso del male, interpretato da Kate Bosworth, Thomas Jane, Jacob Tremblay e Annabeth Gish. Il film ha rischiato di non essere distribuito a causa del fallimento della Relativity Media, la società che deteneva i diritti; è stato infine distribuito da Koch Media.

La trama

Jessie e Mark Hobson sono una coppia che ha tragicamente perso il figlio Sean. Per cercare di superare il trauma che ne è conseguito, adottano il piccolo Cody, passato di famiglia in famiglia dopo la morte della madre avvenuta sei anni prima. Cody è un bambino normale, con la passione per le farfalle, che instaura fin da subito un rapporto felice con i nuovi genitori. Il bambino, però, manifesta una paura tremenda di addormentarsi, ricorrendo perciò a stimolanti per tenersi sveglio.

Da principio, Jesse e Mark non danno molto peso alla faccenda, ma una notte rivedono Sean accanto a loro; scoprono, così, che i sogni di Cody si materializzano nella realtà. Fino a qui nessun problema, ma come i bei sogni anche gli incubi diventano realtà, facendo materializzare quello che Cody chiama “l’Uomo Cancro” che terrorizza lui e chiunque gli stia vicino. Per Jesse e Mark, gli incubi non sono mai stati così reali e terrificanti.

Il film

Il regista Flanagan, dopo l’ottimo Oculus – Il riflesso del male, era atteso al varco per confermare la sua capacità di uscire dai soliti canoni dell’horror per marcare strade diverse e inusuali. Stavolta, però, il risultato convince a metà. Il film, sceneggiato dal regista insieme a Jeff Howard, inizia in sordina, mettendo sul tavolo tutte le carte, nascoste ovviamente, per poi mostrarle a mano a mano che la storia prosegue.

Ciò che si vede, almeno nella prima parte, non rientra appieno negli stilemi dell’horror, ma più che altro in quelli del melodramma famigliare, in quanto vediamo una coppia che tenta in ogni modo di ricostruire una famiglia dopo la tragica morte del figlio mai pienamente elaborata: i sogni reali di Cody, infatti, si manifestano proprio in Sean, per cui Jesse e Mark restano svegli tutte le notti per poter abbracciare nuovamente il figlio. Se Jesse si rifugia in questa proiezione del figlio, cercando di recuperare ciò che la sua morte prematura ha negato, Mark si rende conto di non poter accettare di vedere ciò che è solo una pallida imitazione del figlio.

Al tema del lutto mai elaborato (e in questo il film fa venire alla mente Babadook), c’è il tema dei sogni e della loro rielaborazione nel (e del) reale: Cody sogna ciò che assorbe dalla realtà, come se dovesse fare i conti con ciò che lo circonda e che lo preoccupa. I sogni, quindi, diventano metafora visibile (e orrorifica) di quei traumi del passato che la mente e l’inconscio non hanno mai cancellato.

Il film progredisce, ma la la sua progressione sembra essere troppo programmatica e automatica per coinvolgere davvero e quando a tre quarti di film si avvia un’indagine personale per scoprire il mistero che sta dietro a Cody (e ai traumi che anche lui può aver subito), i passaggi sono un po’ tagliati via. Flanagan punta più sulle atmosfere che sugli spaventi veri e propri (merito anche di una fotografia giocata sui toni bruni), riuscendo in qualche caso a raggiungere gradi di suspence piuttosto elevati, come la scena della camminata di Jesse all’interno dell’istituto, per poi giungere a un finale, non un happy ending vero e proprio, che vuole dimostrare di avere coraggio e chiudere sommessamente un horror. Può scontentare qualche fan, ma va perlomeno apprezzato il tentativo.

Con qualche accortezza in più, sarebbe potuto diventare un film capace di parlarci della difficoltà nell’elaborare lutti e traumi e dei sogni come mezzo per aiutare se stessi: a gravare su tutto è l’indecisione se calcare più il piede sull’horror vero e proprio oppure su quello del dramma psicologico. Per questo motivo il film risulta riuscito a metà.

Voto: 5.5


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