La recensione di Il Muro tra di Noi, il corto diretto da Federico Del Buono

il muro tra di noi recensione

Abbiamo avuto modo di visionare Il muro tra di noi, corto di forte impatto di Federico del Buono, con Ivano Marescotti e Stefano Pesce. Questa la nostra recensione.

Pietro (Ivano Marescotti) è un anziano vedovo che non ha ancora elaborato il lutto per la morte della moglie. Alex (Stefano Pesce) e Monica (Vanessa Montanari) cercano di prendersi cura del padre, depresso cronico, che trova conforto solo nel parlare con un fiore nel giardino di casa. Cesare (Stefano “Vito” Bicocchi), medico ed amico di famiglia, cerca di convincere i due figli a far ricoverare Pietro presso un’adeguata struttura che possa supportarlo. Monica non riuscendo più a sopportare lo strazio per quella situazione, deciderà di andarsene per qualche giorno lasciando il fratello in bilico fra la voglia e necessità di andare a trovare la figlia, avuta da un precedente matrimonio ed il restare lì, ancorato a fare da badante ad un genitore, con cui non dialoga da anni per vecchi rancori mai affrontati.

Commento

Una trama semplice e ben costruita fa da cornice a questo piccolo gioiello della cinematografia italiana. Il muro tra di noi può essere considerato la sintesi – o l’apice – di un più vasto contesto narrativo che, nel piccolo casale del bolognese trova il suo epilogo. Due protagonisti, due coprotagonisti, due voci fuori campo, due oggetti iconici ed un casale. Pochi elementi per creare un piccolo film ma di grande interesse. Il messaggio arriva chiaro e diretto agli spettatori, lasciandoli prima svuotati e poi pieni di nuova speranza.

Del Buono, dopo il successo ottenuto con il corto Conquista il Mondo del 2018, con protagonista Vanessa Montanari, torna dietro alla macchina da presa, e realizza un altro prodotto degno di nota e di attenzione. L’esperienza acquisita si nota anche nel modo in cui dosa con sapienza gli spazi riservati ai due attori riuscendo, tra l’altro, a lasciar loro la giusta autonomia.

Due uomini, soli e chiusi nel proprio lutto, si trovano a dividere uno spazio comune in un equilibrio instabile, facendo percepire allo spettatore, attraverso una recitazione di prim’ordine, tutta l’angoscia e la rabbia per il trovarsi in quella situazione, vittime di eventi più grandi di loro. Marescotti e Pesce si suddividono con sapienza il proscenio, dimostrandosi due maestri dell’arte drammatica. Ci si trova quasi di fronte ad una Jam Session recitativa, Marescotti dà il la e Pesce risponde da par suo, entrambi cavalcano la scena riempendola del loro modo di essere, senza mai prevaricare l’uno sull’altro.

Fra le altre cose da segnalare, la fotografia e la colonna sonora. Entrambe ben curate, entrambe arricchiscono la pellicola.



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