[La Bottega del Cineasta] Split e Identità, due thriller sugli abissi della mente

Torna l’appuntamento con la rubrica La Bottega del Cineasta, uno spazio riservato alle mini recensioni realizzate da Universal Movies riguardo film sia nuovi che un po’ più datati. Oggi vi parliamo del thriller Split, il nuovo film di M. Night Shyamalan (potete leggere qui la nostra recensione in anteprima) e di Identità diretto da James Mangold.

Split, interpretato da James McAvoy, è la storia di Kevin, un uomo dotato di 23 personalità differenti che un giorno rapisce tre ragazze e le rinchiude in una stanza. Al contempo, Kevin si reca alle visite dalla dottoressa Fletcher, che da anni si occupa di pazienti sofferenti di disturbo associativo dell’identità. Ma una nuova personalità, la più potente e brutale, sta per scaturire dalla mente di Kevin. Dopo qualche parentesi poco felice, Shyamalan torna al genere che gli ha dato notorietà: il thriller psicologico. In questo caso, l’impianto poggia quasi esclusivamente su ambienti chiusi al limite della claustrofobia e sulla mutevole interpretazione di McAvoy, ora uomo freddo e crudele, ora bambino, ora donna…Se la tensione si può dire raggiunta, il film non è privo però di una certa farraginosità della narrazione, tra flashback di una delle tre ragazze e parentesi al limite del ridicolo involontario (come la personalità di Edwig) sfociando poi in un finale che sembra cozzare con tutto il resto.

Voto: 6.5

Identità è un film del 2003 diretto da James Mangold in cui si narra di un gruppo di dieci persone che, in una notte di pioggia incessante, si ritrovano in un motel lungo una strada interrotta alle due estremità. Un misterioso killer comincia a uccidere uno a uno gli ospiti del motel. Nel frattempo, un serial killer che deve essere condannato a morte viene portato davanti al giudice perché i suoi avvocati sono convinti di farlo riconoscere insano di mente. Ispirandosi al romanzo Dieci piccoli indiani, Mangold confeziona un thriller dove la tensione non cade mai, in un puzzle di personaggi apparentemente slegati e sconnessi tra loro salvo poi arrivare a un finale raggelante nella sua freddezza e dove tutto, dai dieci personaggi nel motel al serial killer condannato a morte, trova una sua logica e una visione d’insieme che prima sembrava non esserci.

Voto: 8

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