[La Bottega del Cineasta] La Recensione di Spider-Man: Homecoming

Per la rubrica La Bottega del Cineasta oggi ci occupiamo dei film dedicati a Spider-Man, ovvero Spider-Man (2002) di Sam Raimi, The Amazing Spider-Man (2012) di Marc Webb e Spider-Man: Homecoming (2017) di Jon Watts.

Spider-Man di Sam Raimi vede il giovane studente Peter Parker entrare in possesso di superpoteri dopo essere stato morso da un ragno. Da questo momento diventa Spider-Man, supereroe che aiuta le persone di New York in difficoltà finché sulla scena non compare il malvagio Green Goblin, alias Norman Osborn padre dell’amico di lunga data di Peter.

Il film, nell’anno in cui uscì, fu un successo planetario grazie anche all’immedesimazione nel protagonista interpretato da un convincente Tobey Maguire. La regia di Raimi è scaltra e conferisce al film il giusto ritmo, ma quando si tratta di avvicinarsi ai personaggi nella loro intimità – per non parlare dei momenti con Peter e Mary Jane – per mostrare la loro psicologia, il film perde forza e fascino sfiorando più volte il ridicolo involontario. Voto: 7

The Amazing Spider-Man di Marc Webb cambia registro rispetto al precedente mostrando l’affidamento del piccolo Peter agli zii paterni. Una volta adolescente, Peter vive in una condizione difficile a scuola in quanto preso di mira dal bullo Flash, dal suo amore segreto per Gwen Stacy – figlia del capo di polizia – e dello scontro con Lizard, alias il professor Connors.

Questo film, reboot della trilogia di Raimi, vuole mostrare il lato più umano dietro il supereroe, ma la scelta di Andrew Garfield non si può dire azzeccata e Webb (abituato a commedie romantiche) non possiede la mano giusta per le sequenze d’azione, sbrodolate e ripetitive. Voto: 4.5

Spider-Man: Homecoming di Jon Watts è il secondo reboot dedicato all’Uomo Ragno, stavolta inserito nel Marvel Cinematic Universe dopo la sua comparsa in Captain America: Civil War. L’età del protagonista si abbassa ulteriormente (14 anni) per trasformarlo in un adolescente con problemi di vita quotidiana, diviso tra il suo ruolo di supereroe che ha come mentore Tony Stark e la sua vita scolastica, oltre che la sua prima cotta.

I riferimenti al cinema teen di John Hughes sono tanti ma funzionali al racconto, mentre il cattivo (interpretato da un sempre bravo Michael Keaton) è credibile in quanto immerso in una società che spinge i lavoratori più assidui a votarsi al crimine per sopravvivere.

Il protagonista Tom Holland è probabilmente l’attore migliore per interpretare il personaggio mentre Watts sa cogliere alla perfezione i turbamenti adolescenziali riuscendo però anche a costruire sequenze action di buon impatto visivo. Voto: 8

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