La nostra intervista a Noah Hutton, regista di Lapsis

Noah Hutton Intervista Lapsis

Il viaggio all’interno dell’edizione numero 20 di Trieste Science+Fiction Festival prosegue senza sosta: questa sera vi proponiamo la nostra intervista a Noah Hutton, regista di Lapsis, film presentato alla kermesse.

Questo un breve estratto relativo al nostro incontro con il filmaker californiano:

Pronto alla battuta, sorridente e disponibile al confronto. Questo il Noah Hutton che si presenta a noi dall’altra parte dello schermo.

Le prime parole sono per Dean Imperial, protagonista magnifico e convincente del suo Lapsis. Il regista l’ha coinvolto fin da subito nel progetto. L’incontro con l’attore è stato quasi del tutto fortuito:

“Imperial aveva alle spalle solo un cortometraggio. questo è il suo esordio cinematografico ed è diventato da subito la mia musa ispiratrice”

Dean è un personaggio sedentario – continua il regista – con questo suo background, fargli fare la parte di Ray che arranca è credibile oltre ogni misura. Tra l’altro, Hutton ha rivelato che l’attore è stato molto di aiuto per i dialoghi visto che ègli è principalmente uno scrittore.

Abbiamo chiesto a Hutton se le sequenze di tipo naturalistico sono un omaggio alla sua attività di documentarista, peraltro espressa in altri settori. Di risposta il regista ha risposto che in realtà non ha puntato su quell’aspetto ma più su un parallelismo fra l’uomo e la natura che lo circonda, premendo successivamente sulla satira del mondo del lavoro precario statunitense, e su come molti americani siano costretti a subire le peggiori angherie solo per sbarcare il lunario, e riuscire a pagarsi l’assistenza sanitaria, il tutto rimanendo comunque schiacciati in questo meccanismo di Gig Economy che non permette a nessuno di evolvere.

A tal proposito, Hutton ha voluto ambientare Lapsis in un presente alternativo, e non in un futuro possibile, e questo per dare alla vicenda un carattere veritiero e soprattutto di denuncia. Le tecnologie mostrate sono già presenti. Sperimentali ma ci sono. Tutto è in un’ottica di grafica attuale, quasi ad 8 bit in realtà. La cornice grafica serve a dare credibilità alla pellicola, e non a raccontare un futuro distopico.

Abbiamo, poi, chiuso il cerchio relativamente ai protagonisti con Madeline Wise, a nostro parere attrice a tutto tondo, di scuola Shakespeariana che è risultata da subito adatta al ruolo, capace anche di rubare la scena allo stesso protagonista. La domanda era pertanto obbligata: Come mai la sua scelta?

“Non ho fatto un vero e proprio casting. Madeline è un’attrice fantastica e preparatissima ed è anche una mia amica. Dovevamo già fare un corto poi non più realizzato e mi sono ripromesso di lavorare con lei alla prima occasione. Così come Ray che è scritto su misura per Dean, ho scritto Anna su misura per Madeline. Entrambi li conoscevo da diverso tempo ed ero sicuro che il loro incontro sarebbe stato sorprendente. Ho fatto in modo che non si incontrassero prima del film in modo tale che la curiosità nel conoscersi fosse reale e credibile. Madeline è un’attrice straordinaria che merita di fare un salto di qualità e diventare una vera star.”

Nel film è presente una sotto-trama legata alla malattia Omnia. Naturalmente la malattia nella realtà non esiste, e prende spunto da una vicenda familiare del regista. Hutton ha raccontato che il fratello soffriva di un sovraffaticamento cronico che lo ha spesso portato alla catatonia, e che tra l’altro non era diagnosticabile da nessuno. Il regista ha rivelato che ora il fratello sta meglio, e che le reazioni del mondo esterno, che non conosce queste malattie, sono come quelle che vediamo nel suo film nei confronti del protagonista. Tale atteggiamento è purtroppo palpabile oggigiorno negli USA, e non solo per queste malattie mentali ma anche per il Covid-19. A tal propisito, Hutton ha raccontato che molti ancora sono convinti il Covid-19 faccia parte di una messinscena globale.

Sulla distribuzione cinematografica di Lapsis, il regista ha spiegato che al momento c’è un accordo di distribuzione solo nei cinema americani a partire da febbraio. Globalmente, invece, potrebbe essere percorribile una distribuzione via Amazon Prime Video o Netflix.

Per chiudere questo nostro incontro, Noah Hutton ha rivelato che il suo prossimo progetto in ambito fantascientifico avrà come soggetto degli agenti pubblicitari che se la dovranno vedere con gli alieni. Purtroppo altro non ha potuto rivelare.

Nel ringraziare Noah Hutton per la sua disponibilità, invitiamo voi lettori a leggere la nostra recensione di Lapsis a questo indirizzo.



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