Il Maestro film 2025 recensione

Il Maestro | Recensione del film con Pierfrancesco Favino

Presentato a Venezia 82, arriva nelle sale italiane Il Maestro di Andrea Di Stefano con Pierfrancesco Favino nei panni di un ex promessa del tennis e promettente allenatore di campioni. Vi presentiamo la nostra recensione.

Il Maestro, è scritto da Andrea Di Stefano e Ludovica Rampoldi, la fotografia è firmata da Matteo Cocco, il montaggio da Giogiò Franchini, le musiche originali sono di Bartosz Szpak, la scenografia di Carmine Guarino, i costumi di Mariano Tufano. Il film è prodotto da Indiana Production, Indigo Film e Vision Distribution, in collaborazione con Memo Films, in collaborazione con Sky, in collaborazione con Playtime e, a partire dal 13 novembre sarà distribuito nelle sale cinematografiche da Vision Distribution.

Qual è la trama del film Il Maestro?

Estate, fine anni Ottanta. Dopo anni di allenamenti duri e regole ferree, Felice, tredici anni e sulle spalle tutte le aspettative paterne, arriva finalmente ad affrontare i tornei nazionali di tennis. Per prepararlo al meglio, il padre lo affida al sedicente ex campione Raul Gatti, che vanta addirittura un ottavo di finale negli Internazionali d’Italia al Foro Italico. Di partita in partita, i due iniziano un viaggio lungo la costa italiana che, tra sconfitte, bugie e incontri bizzarri, porterà Felice a scoprire il sapore della libertà e Raul a intravedere la possibilità di un nuovo inizio. Tra i due nasce un legame inatteso, profondo, irripetibile. Come certe estati, che arrivano una volta sola e non tornano più.

La nostra recensione del film Il Maestro

Il Maestro è un racconto dolceamaro che si muove tra le righe del tennis e quelle della crescita emotiva, ambientato in un’Italia anni ’80 che profuma di malinconia, sudore e sogni infranti. Andrea Di Stefano firma un film che non parla davvero di sport, ma lo usa come pretesto per esplorare il rapporto tra padri e figli, tra ambizione e fallimento, tra disciplina e libertà.

Pierfrancesco Favino interpreta Raul Gatti, ex promessa del tennis, oggi uomo disilluso e ironico, che accetta di allenare Felice, un tredicenne costretto dal padre a inseguire un sogno che non gli appartiene. Favino è magnetico: il suo Raul è un personaggio pieno di contraddizioni, capace di alternare sarcasmo e tenerezza, con una vitalità che nasconde ferite profonde. Accanto a lui, il giovane Tiziano Menichelli regala una prova sorprendente, fatta di silenzi, esitazioni e sguardi che raccontano più delle parole.

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La sceneggiatura di Il Maestro intreccia il viaggio fisico – un tour di tornei lungo la costa italiana – con quello interiore dei protagonisti. Il tennis diventa metafora: ogni scambio è un confronto, ogni sconfitta un passo verso la consapevolezza. Di Stefano evita il trionfalismo tipico dei film sportivi e sceglie invece di celebrare la poesia della sconfitta, il valore di perdere bene, con dignità, senza rinunciare a sé stessi.

Ma è la fotografia di Matteo Cocco a dare al film la sua anima visiva. Le inquadrature ampie, spesso statiche, catturano la bellezza struggente dei paesaggi costieri: campi da tennis polverosi incastonati tra pini marittimi, cieli che sembrano sospesi nel tempo. La luce calda e dorata dell’estate italiana avvolge i personaggi, creando un contrasto tra la vastità degli spazi e la loro solitudine interiore. I grandi spazi non sono solo scenografia, ma diventano specchio emotivo: il vuoto che circonda Felice e Raul è lo stesso che li abita, e la macchina da presa lo osserva con rispetto, senza invadere.

Il montaggio alterna momenti di leggerezza a scene di profonda introspezione, mantenendo un ritmo che accompagna lo spettatore senza forzature. La colonna sonora, discreta e malinconica, sottolinea i passaggi emotivi con delicatezza, senza mai sovrastare le immagini.

Il Maestro è un film che parla di tennis, sì, ma soprattutto di fragilità, di legami imperfetti, di libertà conquistata a fatica. Favino regala una delle sue interpretazioni più intense, mentre Di Stefano conferma una regia sensibile, capace di raccontare il dolore con ironia e grazia.

Un’opera che non consola, ma accompagna. E che, come un buon maestro, lascia il segno senza fare rumore.

Il Maestro | Recensione del film con Pierfrancesco Favino
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Regista: Andrea Di Stefano

Data di creazione: 2025-10-18 12:35

Valutazione dell'editor
3.5

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