i medici 2 recensione

I Medici 2, la recensione degli episodi 5 e 6

E’ appena terminata la proiezione, in diretta su Rai 1, degli episodi 5 e 6 de I Medici, seconda stagione. Ecco la nostra recensione.

La scorsa settimana abbiamo visto Lorenzo, con il suo incredibile pragmatismo e la sua abilità politica, ascendere al ruolo di signore “de facto” di Firenze. Due bellissimi episodi, quelli del 31 ottobre, che stasera sono stati replicati da puntate altrettanto appassionanti. 

Mentre martedì scorso ci si era concentrati più sugli aspetti amorosi della trama, oggi l’attenzione è stata rivolta alla “politica dell’equilibrio”, cioè al progetto politico di mediceo di trovare una stabilità all’interno del complicatissimo contesto delle divisioni regionali italiane. Attraverso I Medici 2 lo spettatore riesce infatti a capire lo scenario geopolitico in cui i protagonisti di quell’epoca erano soliti muoversi, tra continue lotte per il potere e la ricerca di un impossibile equilibrio che potesse fare contenti tutti. 

Pur non tralasciando completamente l’aspetto più noto e “commerciale” del Rinascimento italiano, quello legato all’arte, alla raffinatezza e alle vicende amorose, I Medici 2 ha il grandissimo merito di trattare con buona profondità le vicende politiche dell’epoca. Finalmente la figura del pontefice, interpretato in maniera fantastica da un Raoul Bova sorprendente, viene analizzata come quella di un capo di stato, di un vero e proprio ago della bilancia nelle vicende italiane. 

Anche la grande lungimiranza e la visione di Lorenzo De Medici, pure lui ben interpretato da Daniel Sharman, sono state rese con buona fedeltà in questi due episodi. Il tentativo del Magnifico di creare un equilibrio tra le grandi città italiane, che potesse giovare all’intera Penisola, viene mostrato infatti in maniera più che soddisfacente. 

Peccato però, ma forse questo è lo scotto da pagare per una serie che va in onda sulla tv nazionale, per un Lorenzo un po’ troppo paladino della legge, sceriffo buono e principe azzurro. Il Magnifico viene infatti eccessivamente descritto come un grande sognatore di egualitarismo, repubblicanesimo e potere al popolo. 

Non fu affatto cosi. Pur non essendo mai un tiranno, Lorenzo De Medici era tutt’altro che un democratico convinto. Fu lui a trasformare Firenze, da secoli una repubblica comunale di tipo oligarchico, in una Signoria ufficialmente dominata da un solo uomo, lui. Fu certamente un grande politico ed eccelso statista, un uomo a cui tutti gli italiani devono molto ma, per favore, non trasformatelo in un marxista paladino del popolo, non lo era. 

Oltre ad un Lorenzo De Medici eccessivamente buon samaritano, abbiamo riscontrato altre inesattezze storiche che però, ancora una volta, non vanno a snaturare una trama convincente, che riproduce bene lo spirito dell’epoca. Di seguito, come al solito, le elenchiamo. 

  1. Non c’è nessuna prova che il duca di Milano, Galeazzo Maria Sforza, sia stato ucciso su commissione dei Pazzi. Anzi, le fonti ci dicono buona sicurezza che l’assassinio fu voluto e compiuto da alcuni nobili milanesi rivali dello Sforza stesso. 
  2. Giuliano De Medici soggiornò a Milano, ospite del Duca Sforza, per vari mesi, ma non fece firmare alcun trattato. 
  3. Non c’è nessuna prova che Luca Soderini sia stato ucciso dalla famiglia Pazzi e non siamo certi neanche dell’alleanza tra i Soderini e i Medici, che nella serie appare così solida. 

Ci vediamo martedì prossimo, ore 21.25, con gli ultimi due episodi, ed ovviamente con la nostra ultima recensione.




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