Distribuito attraverso la piattaforma Netflix a partire dal 25 aprile 2025, “Havoc” è una commistione di generi che va dal noir al giallo, questa è la nostra recensione.
Diretto da Gareth Evans, specialista dei film d’azione e reduce dall’ottima incursione nel folk horror “Apostolo” – datato 2018 –, “Havoc” è un thriller d’azione poliziesca, un lavoro cupo e violento che cerca, attraverso la fisicità di Tom Hardy, di raccontare in chiave iperbolica la parabola del poliziotto tormentato.
Patrick Walker è un detective della squadra omicidi: una famiglia lontana, un passato tormentato, una vita a pezzi. Lawrence Beaumont, imprenditore e candidato sindaco della città assegna a Walker il compito di rintracciare e proteggere il figlio, accusato di un omicidio su cui aleggia l’ombra della Triade.
Evans, che firma anche la sceneggiatura, chiede – ed è evidente sin dalle primissime sequenze – allo spettatore di firmare un patto segreto: sospendere la pretesa di verosimiglianza. Ma se la sospensione dell’incredulità è un concetto ampiamente discusso, noto, accettato, persino necessario ad un’opera di narrativa, qui si va oltre. Sì perché “Havoc” è un film fuori dai gangheri per estetica – una città perennemente notturna e zeppa di luci a neon che ricorda più “Blade Runner 2049” che non il filone poliziesco – e narrazione. Ma se il primo di questi due aspetti potrebbe rivelarsi anche una scelta interessante, il secondo purtroppo va troppo oltre, deragliando in diversi passaggi fuori dai binari della logica sino a far storcere il naso allo spettatore.
Mentre l’impianto generale è zeppo di cliché – quanti poliziotti tormentati dalle scelte sbagliate ha visto il cinema? –, le trovate che vorrebbero essere più audaci e innovative, e che riguardano specifici punti nello sviluppo del racconto, finiscono per impantanarsi, risultando inefficaci e prive di forza.
Se parlare di intenzioni in campo cinematografico è spesso e volentieri fuorviante, è anche vero però che qui è difficile non considerare il caoticismo, le scene di sparatorie, gli inseguimenti, le arti marziali, le sonorità incessanti e invadenti, la CGI evidente e ultra-usata come qualcosa di diverso da un tentativo di spingere verso un tipo nuovo di cinema dell’eccesso. Il risultato però non convince ed è difficile, secondo il parere di chi scrive, non avere la sensazione di essere di fronte a una pellicola che vorrebbe essere sporca, stropicciata, cattiva, crudele, inusuale e che invece risulta patinata nella messa in scene della violenza, scontata, piena di cliché.
Peccato!
Havoc è presente sul catalogo di Netflix.
Havoc | Recensione del film Netflix con Tom Hardy

Regista: Gareth Evans
Data di creazione: 2025-04-28 09:52
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